L’intervento mira a riflettere sulla struttura dei laboratori progettuali in relazione ad una visione complessiva dell’insegnamento del progetto, che tenga insieme questioni fondanti e ricerca di opportune strategie metodologiche. Sarà affrontata nello specifico la questione del tema, osservata nella progressione degli anni e attraverso pratiche di insegnamento. Le riflessioni sono basate sulla propria esperienza all’interno di corsi di composizione architettonica in Italia e in diverse scuole di architettura all’estero. Riguardo il percorso formativo, si propone una sequenza di laboratori che, piuttosto che basata secondo le modalità tradizionali su differenze tipologiche e di scala sia studiata su una progressione legata a tematiche da affrontare e metodologie che possono essere messe in campo. I primi laboratori sono incentrati sulla modellazione dello spazio, a partire dalle relazioni con il corpo umano, attraverso operazioni manuali e un percorso percettivo e personale, utilizzando modelli fisici per operazioni di de-costruzione spaziale e ri-costruzione con nuove narrazioni compositive. I laboratori più avanzati affrontano via via in modo più complesso il progetto di architettura come sistema di relazioni, prima solo fisiche e visive, poi anche immateriali e teoriche. La progressione prevede quindi un graduale passaggio da un livello fisico-percettivo – considerato ineludibile e punto di partenza di ogni esperienza di architettura - verso un livello più astratto, che affronta questioni interpretative. Da un punto di vista metodologico, saranno mostrati esempi di laboratori incentrati su una serie di esercizi interconnessi, studiati come steps progettuali per guidare alla costruzione del progetto. Operazioni di smontaggio e rimontaggio, inversioni di scala, progettare da frammenti, scambio di soluzioni tra studenti, ad esempio, producono – come per gli esercizi dell’OuLiPo in campo letterario – nuove narrazioni, in questo caso spaziali e architettoniche.

Narrazioni progettuali

Alessandra Como
2019-01-01

Abstract

L’intervento mira a riflettere sulla struttura dei laboratori progettuali in relazione ad una visione complessiva dell’insegnamento del progetto, che tenga insieme questioni fondanti e ricerca di opportune strategie metodologiche. Sarà affrontata nello specifico la questione del tema, osservata nella progressione degli anni e attraverso pratiche di insegnamento. Le riflessioni sono basate sulla propria esperienza all’interno di corsi di composizione architettonica in Italia e in diverse scuole di architettura all’estero. Riguardo il percorso formativo, si propone una sequenza di laboratori che, piuttosto che basata secondo le modalità tradizionali su differenze tipologiche e di scala sia studiata su una progressione legata a tematiche da affrontare e metodologie che possono essere messe in campo. I primi laboratori sono incentrati sulla modellazione dello spazio, a partire dalle relazioni con il corpo umano, attraverso operazioni manuali e un percorso percettivo e personale, utilizzando modelli fisici per operazioni di de-costruzione spaziale e ri-costruzione con nuove narrazioni compositive. I laboratori più avanzati affrontano via via in modo più complesso il progetto di architettura come sistema di relazioni, prima solo fisiche e visive, poi anche immateriali e teoriche. La progressione prevede quindi un graduale passaggio da un livello fisico-percettivo – considerato ineludibile e punto di partenza di ogni esperienza di architettura - verso un livello più astratto, che affronta questioni interpretative. Da un punto di vista metodologico, saranno mostrati esempi di laboratori incentrati su una serie di esercizi interconnessi, studiati come steps progettuali per guidare alla costruzione del progetto. Operazioni di smontaggio e rimontaggio, inversioni di scala, progettare da frammenti, scambio di soluzioni tra studenti, ad esempio, producono – come per gli esercizi dell’OuLiPo in campo letterario – nuove narrazioni, in questo caso spaziali e architettoniche.
2019
978-88-909054-7-6
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