Nell’àmbito della riflessione relativa alla natura e alle fonti delle determinazioni dei modi di godimento, l’idoneità degli atti di autonomia negoziale alla produzione di effetti c.dd. conformativi del diritto di proprietà - sovente affermata in ragione della liceità e/o della meritevolezza dell’interesse perseguito - è stata normalmente prospettata ora quale limitazione negoziale della proprietà, ora quale regolamentazione confliggente con il numero chiuso dei diritti reali, raramente quale esito di un bilanciamento dei diversi princípi coinvolti dalla concreta prospettazione negoziale di peculiari modi di godimento dei beni e, dunque, delle utilità derivabili dalla cosa. La conformazione negoziale orienta la situazione giuridica al soddisfacimento di peculiari interessi del proprietario e secondo modalità non riconducibili nell’alveo della costituzione di un rapporto obbligatorio ovvero di un diritto reale. Nell’alveo della conformazione negoziale della proprietà devono essere ricondotti gli atti di autonomia negoziale diretti a disciplinare la gestione e l’utilizzazione di una risorsa funzionali per il perseguimento di uno specifico scopo che non richiede esclusivamente l’esercizio di una o piú facoltà della situazione proprietaria, ma l’attuazione di un programma e, conseguentemente, lo svolgimento di un’attività e, al fine della realizzazione, la separazione patrimoniale, la quale esprime la priorità giuridica dell’interesse messo in evidenza nell’atto. In altri termini, la c.d. conformazione negoziale è necessariamente connessa alla separazione patrimoniale. Essa si identifica nella destinazione di un bene alla realizzazione di un interesse che esige la riformulazione dei poteri e delle facoltà facenti parte della situazione giuridica soggettiva al fine dell’attuazione di un programma realizzativo che postula la necessità giuridica della separazione del bene che ne è oggetto dal residuo patrimonio del titolare, con la conseguente sottrazione, ai creditori diversi da quelli c.dd. di scopo, del potere di sottoporre il bene destinato ad esecuzione forzata. La previsione degli atti destinazione ex art. 2645 ter c.c. costituisce il fondamento normativo dell’ammissibilità degli atti di autonomia negoziale diretti alla conformazione degli statuti proprietari.

Autonomia negoziale e conformazione degli statuti proprietari

Andrea Federico
2019-01-01

Abstract

Nell’àmbito della riflessione relativa alla natura e alle fonti delle determinazioni dei modi di godimento, l’idoneità degli atti di autonomia negoziale alla produzione di effetti c.dd. conformativi del diritto di proprietà - sovente affermata in ragione della liceità e/o della meritevolezza dell’interesse perseguito - è stata normalmente prospettata ora quale limitazione negoziale della proprietà, ora quale regolamentazione confliggente con il numero chiuso dei diritti reali, raramente quale esito di un bilanciamento dei diversi princípi coinvolti dalla concreta prospettazione negoziale di peculiari modi di godimento dei beni e, dunque, delle utilità derivabili dalla cosa. La conformazione negoziale orienta la situazione giuridica al soddisfacimento di peculiari interessi del proprietario e secondo modalità non riconducibili nell’alveo della costituzione di un rapporto obbligatorio ovvero di un diritto reale. Nell’alveo della conformazione negoziale della proprietà devono essere ricondotti gli atti di autonomia negoziale diretti a disciplinare la gestione e l’utilizzazione di una risorsa funzionali per il perseguimento di uno specifico scopo che non richiede esclusivamente l’esercizio di una o piú facoltà della situazione proprietaria, ma l’attuazione di un programma e, conseguentemente, lo svolgimento di un’attività e, al fine della realizzazione, la separazione patrimoniale, la quale esprime la priorità giuridica dell’interesse messo in evidenza nell’atto. In altri termini, la c.d. conformazione negoziale è necessariamente connessa alla separazione patrimoniale. Essa si identifica nella destinazione di un bene alla realizzazione di un interesse che esige la riformulazione dei poteri e delle facoltà facenti parte della situazione giuridica soggettiva al fine dell’attuazione di un programma realizzativo che postula la necessità giuridica della separazione del bene che ne è oggetto dal residuo patrimonio del titolare, con la conseguente sottrazione, ai creditori diversi da quelli c.dd. di scopo, del potere di sottoporre il bene destinato ad esecuzione forzata. La previsione degli atti destinazione ex art. 2645 ter c.c. costituisce il fondamento normativo dell’ammissibilità degli atti di autonomia negoziale diretti alla conformazione degli statuti proprietari.
2019
978-88-495-4019-2
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/4727962
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact