I “Longobardi” giunti in Italia meridionale giunsero privi di masserizie, senza recipienti a stampiglia e a stralucido né corni potori; l’assenza delle loro donne nega alle tombe femminili gli elementi del corredo tradizionale, che ci consegnano invece manufatti di stampo locale, non per acculturazione femminile ma perché locali sono le donne con le quali tali uomini si uniscono. E se da un lato è certificata l’assenza di artigiani in grado di riprodurre il vasellame stampigliato e a stralucido l’assenza di richiesta rende assente le importazioni. Per la mensa, la conservazione delle derrate e, non ultimo, il rituale funerario, i “Longobardi” stanziati al Sud utilizzarono il vasellame che le officine locali in quegli anni immettevano sul mercato. I materiali provenienti dai principali centri di occupazione, come Salerno, Rota Benevento, Sant’angelo dei Lombardi, sottolineano tra i nuovi venuti e la popolazione romano-bizantina quella stabilità nei rapporti sociali ed economici che deve aver concorso al proliferare delle felline. La preferenza accordata a utensili, vestiario e gioielli alla maniera ‘bizantina’ non indica da parte dell’elite germanica l’abbandono di modelli culturali; nel VII secolo nelle tombe maschili di rango vengono ancora inserite armi e cinture ageminate, mentre sono quelle femminile che tramandano, mediante il corredo e il dono funebre, una diversa appartenenza.
La ceramica di età longobarda. Nord e Sud a confronto
Rosa Fiorillo
2019
Abstract
I “Longobardi” giunti in Italia meridionale giunsero privi di masserizie, senza recipienti a stampiglia e a stralucido né corni potori; l’assenza delle loro donne nega alle tombe femminili gli elementi del corredo tradizionale, che ci consegnano invece manufatti di stampo locale, non per acculturazione femminile ma perché locali sono le donne con le quali tali uomini si uniscono. E se da un lato è certificata l’assenza di artigiani in grado di riprodurre il vasellame stampigliato e a stralucido l’assenza di richiesta rende assente le importazioni. Per la mensa, la conservazione delle derrate e, non ultimo, il rituale funerario, i “Longobardi” stanziati al Sud utilizzarono il vasellame che le officine locali in quegli anni immettevano sul mercato. I materiali provenienti dai principali centri di occupazione, come Salerno, Rota Benevento, Sant’angelo dei Lombardi, sottolineano tra i nuovi venuti e la popolazione romano-bizantina quella stabilità nei rapporti sociali ed economici che deve aver concorso al proliferare delle felline. La preferenza accordata a utensili, vestiario e gioielli alla maniera ‘bizantina’ non indica da parte dell’elite germanica l’abbandono di modelli culturali; nel VII secolo nelle tombe maschili di rango vengono ancora inserite armi e cinture ageminate, mentre sono quelle femminile che tramandano, mediante il corredo e il dono funebre, una diversa appartenenza.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.