Gli ultimi venti anni sono stati caratterizzati da un graduale rafforzamento dell’approccio place-based che, in una visione di lungo periodo, è finalizzata a garantire lo sviluppo equilibrato e la riduzione delle disparità territoriali. Ne deriva la proposizione di interventi sulle cause della persistente sottoutilizzazione delle risorse che caratterizzano i contesti geografici attraverso interventi mirati e la creazione di una governance multilevel. Tale approccio è ripreso dalla Strategia Nazionale per le Aree Interne che, a partire da una metodologia di analisi finalizzata a mettere evidenza le problematiche delle aree in questione, pone l’attenzione sulle opportunità di crescita dei differenti territori sulla base del riconoscimento e dalla valorizzazione possibile delle specificità locali. In questa prospettiva l’insieme di fattori latenti dello sviluppo, fondati sulle risorse invisibili o non percepite, e che necessitano di promozione e messa in valore, si configura come capitale territoriale di riferimento. Rispetto a questa premessa, la ricerca propone un approccio metodologico di ricerca, sviluppata in ambiente GIS, finalizzato a mettere in evidenza, come, a fronte di evidenti processi di spopolamento, le aree interne siano dotate di un capitale territoriale aggiuntivo, incentrato sulla disponibilità di superfici agricole, di valenze paesaggistiche e di attività agro alimentari e forestali. Tali risorse diventano la base di una agricoltura multifunzionale, in grado di integrare le attività tradizionali di core business con altre e di realizzare forme di creazione di valore mediante processi di deepening, broadening e regrounding. In particolare, avendo come ambito di riferimento il territorio della Regione Campania, la sperimentazione del modello è stata applicata al Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, selezionato quale contesto geografico connotato da caratteristiche tipiche delle aree interne quali fragilità fisiche e sociali costituite dall’alto rischio idrogeologico e dal fenomeno dello spopolamento unito all’invecchiamento ma, anche, dalla consistente presenza di risorse paesaggistiche, agricole ed ambientali di grande pregio.
Spopolamento, aree interne e agricoltura multifunzionale
Teresa Amodio
2019
Abstract
Gli ultimi venti anni sono stati caratterizzati da un graduale rafforzamento dell’approccio place-based che, in una visione di lungo periodo, è finalizzata a garantire lo sviluppo equilibrato e la riduzione delle disparità territoriali. Ne deriva la proposizione di interventi sulle cause della persistente sottoutilizzazione delle risorse che caratterizzano i contesti geografici attraverso interventi mirati e la creazione di una governance multilevel. Tale approccio è ripreso dalla Strategia Nazionale per le Aree Interne che, a partire da una metodologia di analisi finalizzata a mettere evidenza le problematiche delle aree in questione, pone l’attenzione sulle opportunità di crescita dei differenti territori sulla base del riconoscimento e dalla valorizzazione possibile delle specificità locali. In questa prospettiva l’insieme di fattori latenti dello sviluppo, fondati sulle risorse invisibili o non percepite, e che necessitano di promozione e messa in valore, si configura come capitale territoriale di riferimento. Rispetto a questa premessa, la ricerca propone un approccio metodologico di ricerca, sviluppata in ambiente GIS, finalizzato a mettere in evidenza, come, a fronte di evidenti processi di spopolamento, le aree interne siano dotate di un capitale territoriale aggiuntivo, incentrato sulla disponibilità di superfici agricole, di valenze paesaggistiche e di attività agro alimentari e forestali. Tali risorse diventano la base di una agricoltura multifunzionale, in grado di integrare le attività tradizionali di core business con altre e di realizzare forme di creazione di valore mediante processi di deepening, broadening e regrounding. In particolare, avendo come ambito di riferimento il territorio della Regione Campania, la sperimentazione del modello è stata applicata al Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, selezionato quale contesto geografico connotato da caratteristiche tipiche delle aree interne quali fragilità fisiche e sociali costituite dall’alto rischio idrogeologico e dal fenomeno dello spopolamento unito all’invecchiamento ma, anche, dalla consistente presenza di risorse paesaggistiche, agricole ed ambientali di grande pregio.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.