The paper concerns the figure, activity and patrimony of the Prince of Salerno Ferrante Sanverino (1507-1568), the last descendant of one of the most important feudal families of the South. Spanish loyalty, the costs of a Renaissance prince, the formation, administration and disintegration of the large feudal asset (including his wife Isabella's property and foreign possessions), political illusions until the escape and attempted conquest of the kingdom, exile and conversion to the Protestant religion represent the main themes examined through new sources and a historiographical reinterpretation. The same conflict with the viceroy Don Pedro de Toledo is framed in the ways of affirmation of absolutism in the kingdom of Naples and in the simultaneous rise of the “togati” and competing economic interests, starting from the Genoese mercantile-financial system. In the face of the dialectic of the powers and economic processes that affected the kingdom of Naples in the early sixteenth century and its inclusion into the Spanish imperial system, the historical and economic events of Ferrante Sanseverino show how a part of the Neapolitan nobility was unable to accept political defeat, nor the need for its transformation.

Il saggio concerne la figura, l’attività e il patrimonio del principe di Salerno Ferrante Sanverino (1507-1568), ultimo discendente di una delle più importanti famiglie feudali del Mezzogiorno. Il lealismo spagnolo, i costi di un principe rinascimentale, la formazione, la gestione e la disgregazione dell’ampio asset feudale (compresi i beni della moglie Isabella e i possedimenti esteri), le illusioni politiche sino alla fuga e alla tentata conquista del regno, l’esilio e la conversione alla religione protestante rappresentano le principali tematiche esaminate attraverso nuove fonti e una rilettura storiografica. La stessa contrapposizione con il viceré Don Pedro de Toledo è inquadrata nelle modalità di affermazione dell’assolutismo nel regno di Napoli e nella contestuale ascesa dei togati e di interessi economici concorrenti, a partire dal sistema mercantile-finanziario genovese. A fronte della dialettica dei poteri e dei processi economici che nel primo Cinquecento interessarono il regno di Napoli e il suo inserimento nel sistema imperiale spagnolo, le vicende storiche ed economiche di Ferrante Sanseverino mostrano come una parte della nobiltà napoletana non riuscì ad accettare la sconfitta politica, né la necessità di una sua trasformazione da potenza a potere.

Dialettica dei poteri ed economia nel Mezzogiorno spagnolo: Ferrante Sanseverino, ultimo principe di Salerno (1507-1568)

Aldo Montaudo
2019-01-01

Abstract

The paper concerns the figure, activity and patrimony of the Prince of Salerno Ferrante Sanverino (1507-1568), the last descendant of one of the most important feudal families of the South. Spanish loyalty, the costs of a Renaissance prince, the formation, administration and disintegration of the large feudal asset (including his wife Isabella's property and foreign possessions), political illusions until the escape and attempted conquest of the kingdom, exile and conversion to the Protestant religion represent the main themes examined through new sources and a historiographical reinterpretation. The same conflict with the viceroy Don Pedro de Toledo is framed in the ways of affirmation of absolutism in the kingdom of Naples and in the simultaneous rise of the “togati” and competing economic interests, starting from the Genoese mercantile-financial system. In the face of the dialectic of the powers and economic processes that affected the kingdom of Naples in the early sixteenth century and its inclusion into the Spanish imperial system, the historical and economic events of Ferrante Sanseverino show how a part of the Neapolitan nobility was unable to accept political defeat, nor the need for its transformation.
2019
9788898257713
Il saggio concerne la figura, l’attività e il patrimonio del principe di Salerno Ferrante Sanverino (1507-1568), ultimo discendente di una delle più importanti famiglie feudali del Mezzogiorno. Il lealismo spagnolo, i costi di un principe rinascimentale, la formazione, la gestione e la disgregazione dell’ampio asset feudale (compresi i beni della moglie Isabella e i possedimenti esteri), le illusioni politiche sino alla fuga e alla tentata conquista del regno, l’esilio e la conversione alla religione protestante rappresentano le principali tematiche esaminate attraverso nuove fonti e una rilettura storiografica. La stessa contrapposizione con il viceré Don Pedro de Toledo è inquadrata nelle modalità di affermazione dell’assolutismo nel regno di Napoli e nella contestuale ascesa dei togati e di interessi economici concorrenti, a partire dal sistema mercantile-finanziario genovese. A fronte della dialettica dei poteri e dei processi economici che nel primo Cinquecento interessarono il regno di Napoli e il suo inserimento nel sistema imperiale spagnolo, le vicende storiche ed economiche di Ferrante Sanseverino mostrano come una parte della nobiltà napoletana non riuscì ad accettare la sconfitta politica, né la necessità di una sua trasformazione da potenza a potere.
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