L’Europa rischia di collassare: asimmetrie interne, “mezzogiorni” mal gestiti, carenze istituzionali che minano la stabilità e l’equilibrio geopolitico intercontinentale. Più di altre cose, la questione meridionale continua ad essere percepita come un problema di cultura, di abitudini, di DNA. Un interessante libro di Bruno Amoroso individua come “Mezzogiorni d’Europa” tutti i Paesi che hanno percorso processi di sviluppo eurocentrico caratterizzati dalla mancata integrazione di parti del Paese al mercato nazionale. Si tratta di tre “Mezzogiorni” (Sud Italia, Germania dell’Est e Polonia Orientale) che occupano una posizione geografica di frontiera rispetto al mercato capitalistico nazionale ed europeo. Quello che viene a generarsi è un dualismo che è causa di squilibrio negli indicatori economici e sociali e che si riflette negativamente sulla percezione di Europa come realtà unitaria. Ancora, viene a crearsi una nuova centralità economica ed istituzionale che marginalizza e pone in disparte realtà dal potenziale indiscusso. Un altro problema serio nasce di certo dalla moneta, da quell’Euro introdotto tra il ’99 e il 2002 come “cemento” in grado di unire i vari mattoni dell’Europa, ma che oggi pare avere i giorni contati. Esiste infatti un’inadeguatezza di fondo dell’eurozona che si palesa nell’asimmetria dei suoi meccanismi: viene richiesto ai Paesi membri dell’Unione di rinunciare a importanti strumenti di politica economica (monetaria e valutaria) per favorire lo sviluppo dell’Unione, ma, nel momento di difficoltà, i Paesi vengono lasciati soli nel risolvere i propri problemi.
Non più globalizzazione dell’indifferenza
de Gennaro, D.
2014
Abstract
L’Europa rischia di collassare: asimmetrie interne, “mezzogiorni” mal gestiti, carenze istituzionali che minano la stabilità e l’equilibrio geopolitico intercontinentale. Più di altre cose, la questione meridionale continua ad essere percepita come un problema di cultura, di abitudini, di DNA. Un interessante libro di Bruno Amoroso individua come “Mezzogiorni d’Europa” tutti i Paesi che hanno percorso processi di sviluppo eurocentrico caratterizzati dalla mancata integrazione di parti del Paese al mercato nazionale. Si tratta di tre “Mezzogiorni” (Sud Italia, Germania dell’Est e Polonia Orientale) che occupano una posizione geografica di frontiera rispetto al mercato capitalistico nazionale ed europeo. Quello che viene a generarsi è un dualismo che è causa di squilibrio negli indicatori economici e sociali e che si riflette negativamente sulla percezione di Europa come realtà unitaria. Ancora, viene a crearsi una nuova centralità economica ed istituzionale che marginalizza e pone in disparte realtà dal potenziale indiscusso. Un altro problema serio nasce di certo dalla moneta, da quell’Euro introdotto tra il ’99 e il 2002 come “cemento” in grado di unire i vari mattoni dell’Europa, ma che oggi pare avere i giorni contati. Esiste infatti un’inadeguatezza di fondo dell’eurozona che si palesa nell’asimmetria dei suoi meccanismi: viene richiesto ai Paesi membri dell’Unione di rinunciare a importanti strumenti di politica economica (monetaria e valutaria) per favorire lo sviluppo dell’Unione, ma, nel momento di difficoltà, i Paesi vengono lasciati soli nel risolvere i propri problemi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.