Nella letteratura storica e archeologica l’attenzione all’emergere di luoghi di culto e allo sviluppo di pratiche cultuali è stata frequentemente connessa alle problematiche inerenti la nascita e la definizione della polis. È generalmente condiviso che il processo di definizione di uno spazio sacro in Grecia inizia a concretarsi verso la fine della cosiddetta Dark Age quando emergono in maniera sempre più consistente le prime testimonianze di altari, temène e aree sacre complementari a diversi culti. L’eterogeneità dei materiali rende difficile ipotizzare forme e funzioni di questi siti che, per l’Età del Ferro, secondo alcuni sarebbero connessi con la configurazione dei distretti in cui sono ubicati e funzionali agli insediamenti coevi; l’ipotesi è che questi santuari abbiano avuto una funzione di marcatori di spazio tra entità territoriali differenti, garanti di confini delle comunità in rapporto dialettico con i centri urbani fin dalle prime fasi del loro sviluppo. Tra i santuari noti si mettono a fuoco quelli definiti d’altura, luoghi di culto a cielo aperto o in cavità collocate lungo le pareti rocciose di rilievi montuosi. L’obiettivo del lavoro è proporre un’ulteriore prospettiva di ricerca che tenga conto delle considerazioni di F. de Polignac in merito alla ‟continuità ideale” dall’Età del Bronzo all’Età del Ferro di alcuni di questi contesti, cercando, nei limiti imposti da una documentazione spesso disarticolata e incompleta, di elaborare riflessioni comparative anche con altre regioni della Grecia, dall’età Minoica e Micenea fino all’Età Geometrica.

I santuari d'altura in Attica: continuità o trasformazioni?

M. Scafuro
2017-01-01

Abstract

Nella letteratura storica e archeologica l’attenzione all’emergere di luoghi di culto e allo sviluppo di pratiche cultuali è stata frequentemente connessa alle problematiche inerenti la nascita e la definizione della polis. È generalmente condiviso che il processo di definizione di uno spazio sacro in Grecia inizia a concretarsi verso la fine della cosiddetta Dark Age quando emergono in maniera sempre più consistente le prime testimonianze di altari, temène e aree sacre complementari a diversi culti. L’eterogeneità dei materiali rende difficile ipotizzare forme e funzioni di questi siti che, per l’Età del Ferro, secondo alcuni sarebbero connessi con la configurazione dei distretti in cui sono ubicati e funzionali agli insediamenti coevi; l’ipotesi è che questi santuari abbiano avuto una funzione di marcatori di spazio tra entità territoriali differenti, garanti di confini delle comunità in rapporto dialettico con i centri urbani fin dalle prime fasi del loro sviluppo. Tra i santuari noti si mettono a fuoco quelli definiti d’altura, luoghi di culto a cielo aperto o in cavità collocate lungo le pareti rocciose di rilievi montuosi. L’obiettivo del lavoro è proporre un’ulteriore prospettiva di ricerca che tenga conto delle considerazioni di F. de Polignac in merito alla ‟continuità ideale” dall’Età del Bronzo all’Età del Ferro di alcuni di questi contesti, cercando, nei limiti imposti da una documentazione spesso disarticolata e incompleta, di elaborare riflessioni comparative anche con altre regioni della Grecia, dall’età Minoica e Micenea fino all’Età Geometrica.
2017
978-88-87744-78-1
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/4736486
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact