La tesi di questo intervento intende dimostrare che, contrariamente al luogo comune, il linguaggio politico di A. Moro non è criptico e involuto, ma è un linguaggio idoneo a descrivere una realtà complessa e per larghi tratti paradossale come la realtà sociopolitica italiana. Se si considera la celebre immagine delle «convergenze parallele» si può agevolmente dimostrare che essa ben lungi dall’essere, come Moro stesso affermò in un primo momento, un «assurdo geometrico e logico», è invece l’idea migliore per focalizzare l’attenzione e sollecitare l’approfondimento su uno dei tratti più tipici della complessità italiana.
Sul presunto linguaggio criptico nell’elaborazione politico-istituzionale di Aldo Moro
DI DONATO Francesco
2014
Abstract
La tesi di questo intervento intende dimostrare che, contrariamente al luogo comune, il linguaggio politico di A. Moro non è criptico e involuto, ma è un linguaggio idoneo a descrivere una realtà complessa e per larghi tratti paradossale come la realtà sociopolitica italiana. Se si considera la celebre immagine delle «convergenze parallele» si può agevolmente dimostrare che essa ben lungi dall’essere, come Moro stesso affermò in un primo momento, un «assurdo geometrico e logico», è invece l’idea migliore per focalizzare l’attenzione e sollecitare l’approfondimento su uno dei tratti più tipici della complessità italiana.File in questo prodotto:
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