Questo contributo si propone di verificare se le due uniche scene di naufragio note per il periodo tardo geometrico, cratere di Pithekoussai (Ischia, Museo Archeologico, inv. 168813) e oinochoe attica di Monaco, (Munich, Staatliche Antikensammlungen und Glyptothek, inv. 8696), attestino la narrazione per immagini di temi epici già a partire dalla fine dell’VIII sec. a.C., come proposto per altre scene su vasi coevi, oppure se sono il riflesso di un immaginario ampio e condiviso testimoniato anche da documenti più antichi. In sostanza queste immagini si inseriscono nel più ampio problema della definizione del rapporto tra narrazione e rappresentazione mitica, entrambi proiezioni del processo di costruzione di un immaginario collettivo, sia figurato che cantato dagli aedi, delle élite del periodo tardo geometrico che proiettavano il loro statuto in figure eroiche. In sintesi attraverso l’analisi iconografica delle due scene e la comparazione con alcuni topoi letterari si tenterà di fornire un’interpretazione iconologica utile alla comprensione di questo articolato sistema di segni attraverso cui si autorappresentavano quei gruppi umani alla fine della dark age.

Il tema del naufragio nel contesto culturale greco tardo geometrico

Michele SCAFURO
2017-01-01

Abstract

Questo contributo si propone di verificare se le due uniche scene di naufragio note per il periodo tardo geometrico, cratere di Pithekoussai (Ischia, Museo Archeologico, inv. 168813) e oinochoe attica di Monaco, (Munich, Staatliche Antikensammlungen und Glyptothek, inv. 8696), attestino la narrazione per immagini di temi epici già a partire dalla fine dell’VIII sec. a.C., come proposto per altre scene su vasi coevi, oppure se sono il riflesso di un immaginario ampio e condiviso testimoniato anche da documenti più antichi. In sostanza queste immagini si inseriscono nel più ampio problema della definizione del rapporto tra narrazione e rappresentazione mitica, entrambi proiezioni del processo di costruzione di un immaginario collettivo, sia figurato che cantato dagli aedi, delle élite del periodo tardo geometrico che proiettavano il loro statuto in figure eroiche. In sintesi attraverso l’analisi iconografica delle due scene e la comparazione con alcuni topoi letterari si tenterà di fornire un’interpretazione iconologica utile alla comprensione di questo articolato sistema di segni attraverso cui si autorappresentavano quei gruppi umani alla fine della dark age.
2017
978-88-87744-76-7
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