La Costituzione italiana, adottata dopo gli orrori della seconda guerra mondiale, è ispirata al valore della pace. Tuttavia il ripudio della guerra di carattere non difensivo, principio fondamentale contenuto nella prima proposizione del suo articolo 11, va combinato con la seconda proposizione dello stesso articolo 11, secondo cui sono consentite limitazioni alla sovranità dello Stato purché attuate “in condizioni di parità con gli altri Stati” e “necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia tra le Nazioni” e con la terza, con la quale si intende promuovere e favorire le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo. Nel silenzio della Costituzione sull’impiego delle forze armate al di fuori dello schema dello stato di guerra instaurato a difesa della patria e in presenza di una pluralità di riferimenti legislativi stratificatisi nel corso degli anni, fino al 2016 la partecipazione del nostro paese a missioni internazionali di vario genere, comprese operazioni di natura obiettivamente bellica, avveniva sulla scorta di un procedimento tortuoso che sostanzialmente non consentiva un previo esame parlamentare sul merito delle missioni stesse. Ora con la legge n. 145 del 2016 la partecipazione dell’Italia alle missioni internazionali sembra essere diventata più trasparente.

Ripudio della guerra e missioni internazionali tra Costituzione, prassi e recente evoluzione legislativa

Tullio Fenucci
2020-01-01

Abstract

La Costituzione italiana, adottata dopo gli orrori della seconda guerra mondiale, è ispirata al valore della pace. Tuttavia il ripudio della guerra di carattere non difensivo, principio fondamentale contenuto nella prima proposizione del suo articolo 11, va combinato con la seconda proposizione dello stesso articolo 11, secondo cui sono consentite limitazioni alla sovranità dello Stato purché attuate “in condizioni di parità con gli altri Stati” e “necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia tra le Nazioni” e con la terza, con la quale si intende promuovere e favorire le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo. Nel silenzio della Costituzione sull’impiego delle forze armate al di fuori dello schema dello stato di guerra instaurato a difesa della patria e in presenza di una pluralità di riferimenti legislativi stratificatisi nel corso degli anni, fino al 2016 la partecipazione del nostro paese a missioni internazionali di vario genere, comprese operazioni di natura obiettivamente bellica, avveniva sulla scorta di un procedimento tortuoso che sostanzialmente non consentiva un previo esame parlamentare sul merito delle missioni stesse. Ora con la legge n. 145 del 2016 la partecipazione dell’Italia alle missioni internazionali sembra essere diventata più trasparente.
2020
978-88-9391-855-8
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