Il saggio è finalizzato a contribuire in modo decisivo, sulla base di una rigorosa analisi e interpretazione dei testi, alla soluzione del problema dell'identificazione del personaggio di Matelda, negli ultimi canti del Purgatorio. Oggetto di molteplici discussioni e proposte identificative di vario tipo, storiche, allegoriche, simboliche ecc., a Matelda Dante attribuisce una funzione nodale per illustrare il passaggio dell'anima convertita e redenta dalla condizione di egoismo e peccato allo stato di grazia e alla condivisione dell'amore universale che regge il creato. In questo senso deve essere riconosciuto un ruolo fondamentale sia al personaggio stesso, sia ai caratteri simbolici che ne accompagnano la presentazione, nel racconto del rinnovato incontro di Dante con Beatrice. In quanto responsabile dell'educazione cristiana del giovane credente, fondata sulla esegesi patristica (simboleggiata dai fiori che M. raccoglie mentre si avvicina) della lettura guidata dell'intera Sacra Scrittura (allegoricamente rappresentata dalla processione che precede e accompagna l'avvento di Beatrice), M. è immagine dell'educazione teologica del credente. Una prova decisiva della correttezza di tale interpretazione viene offerta dalla risoluzione dell'enigma del nome di M., che (come già è stato notato) può essere letto come un 'bifronte' e rinviare così direttamente (come invece non è stato finora proposto da alcun interprete) a un'opera molto nota nel Medioevo di Girolamo di Stridone, l'Epistola "Ad Letam", universalmente considerata come un manuale di pedagogia monastica, fondamentale per l'istruzione dei neo-convertiti e dei giovani aspiranti allo stato di vita monastico. Appare così evidente l'intenzione da parte del poeta di rappresentare in M. l'iter di educazione virtuosa e introduzione dell'anima credente, redenta (nell'invenzione narrativa della Commedia) dal passaggio attraverso la purificazione purgatoriale, alla vita post-battesimale.
Matelda, l’educatrice
d'Onofrio Giulio
2019
Abstract
Il saggio è finalizzato a contribuire in modo decisivo, sulla base di una rigorosa analisi e interpretazione dei testi, alla soluzione del problema dell'identificazione del personaggio di Matelda, negli ultimi canti del Purgatorio. Oggetto di molteplici discussioni e proposte identificative di vario tipo, storiche, allegoriche, simboliche ecc., a Matelda Dante attribuisce una funzione nodale per illustrare il passaggio dell'anima convertita e redenta dalla condizione di egoismo e peccato allo stato di grazia e alla condivisione dell'amore universale che regge il creato. In questo senso deve essere riconosciuto un ruolo fondamentale sia al personaggio stesso, sia ai caratteri simbolici che ne accompagnano la presentazione, nel racconto del rinnovato incontro di Dante con Beatrice. In quanto responsabile dell'educazione cristiana del giovane credente, fondata sulla esegesi patristica (simboleggiata dai fiori che M. raccoglie mentre si avvicina) della lettura guidata dell'intera Sacra Scrittura (allegoricamente rappresentata dalla processione che precede e accompagna l'avvento di Beatrice), M. è immagine dell'educazione teologica del credente. Una prova decisiva della correttezza di tale interpretazione viene offerta dalla risoluzione dell'enigma del nome di M., che (come già è stato notato) può essere letto come un 'bifronte' e rinviare così direttamente (come invece non è stato finora proposto da alcun interprete) a un'opera molto nota nel Medioevo di Girolamo di Stridone, l'Epistola "Ad Letam", universalmente considerata come un manuale di pedagogia monastica, fondamentale per l'istruzione dei neo-convertiti e dei giovani aspiranti allo stato di vita monastico. Appare così evidente l'intenzione da parte del poeta di rappresentare in M. l'iter di educazione virtuosa e introduzione dell'anima credente, redenta (nell'invenzione narrativa della Commedia) dal passaggio attraverso la purificazione purgatoriale, alla vita post-battesimale.File | Dimensione | Formato | |
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