Le storie del mare sono tante e spesso si accumulano restituendo una stratigrafia di conoscenze, percezioni ed esperienze. Il mare sin da Esiodo (VII secolo a.C.) ha sempre avuto una doppia valenza, ereditata dalla sua stessa genesi mitica, che nell’immaginario antico ha dato forma a paesaggi incantevoli quanto insidiosi, a creature affascinanti e pericolose che mediante il contatto con le divinità e le loro discendenze hanno intrecciato storie in cui l’essere umano non è stato solo il testimone ma ha avuto parte attiva con gesti, parole, suoni, silenzi, emozioni, rumori, canti. Anzi, i racconti sono evocazione diretta di quella mentalità che li ha prodotti rispecchiando spesso non solo l’idea di quello spazio fluttuante, ma anche l’idea che l’uomo ha di sé stesso, facendo riflettere negli specchi d’acqua le sue angosce, le sue paure, le sue tensioni, la sua identità.
I RACCONTI DEL MARE E LE IMMAGINI DI UNA MAPPATURA MITICA
Michele scafuro
2020-01-01
Abstract
Le storie del mare sono tante e spesso si accumulano restituendo una stratigrafia di conoscenze, percezioni ed esperienze. Il mare sin da Esiodo (VII secolo a.C.) ha sempre avuto una doppia valenza, ereditata dalla sua stessa genesi mitica, che nell’immaginario antico ha dato forma a paesaggi incantevoli quanto insidiosi, a creature affascinanti e pericolose che mediante il contatto con le divinità e le loro discendenze hanno intrecciato storie in cui l’essere umano non è stato solo il testimone ma ha avuto parte attiva con gesti, parole, suoni, silenzi, emozioni, rumori, canti. Anzi, i racconti sono evocazione diretta di quella mentalità che li ha prodotti rispecchiando spesso non solo l’idea di quello spazio fluttuante, ma anche l’idea che l’uomo ha di sé stesso, facendo riflettere negli specchi d’acqua le sue angosce, le sue paure, le sue tensioni, la sua identità.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.