Le ferrovie, sin dalla loro nascita, hanno accompagnato lo sviluppo di ogni paese con un ciclo di vita spesso determinato da numerosi ed imprevedibili fattori: i nuovi mercati, lo sviluppo impiantistico, il contesto sociale ed economico e i mutevoli scenari sociali. I sistemi ferroviari – linee, stazioni, caselli, ponti, infrastrutture, ecc. rappresentano veri e propri mondi in cui è impossibile separare gli aspetti socio-culturali da quelli tecnici. Si tratta di opere realizzate in anni di estremo dinamismo tecnologico e vitalità architettonica, in periodi di transizione caratterizzati da nuovi sistemi economici e centri di potere, prodotti dell’ingegno umano, spesso unici ed eccezionali esempi di innovazioni infrastrutturali e degni dello status di patrimonio culturale. In Italia, la tratta Napoli-Portici è il primo esempio di linea ferrata e la sua stazione principale, realizzata a apoli lungo l’antica via de’ ossi su progetto dell’ingegnere Armando iuseppe Bayard de la Vingtrie, è stata per lungo tempo un autentico capolavoro dell’architettura ottocentesca nonché un esempio di innovazione infrastrutturale in un’epoca in cui la rivoluzione industriale andava coinvolgendo anche la ricerca architettonica. el corso degli anni la stazione Bayard ha subto numerose trasformazioni e alterazioni, fino alla sua conversione a teatro e cinema nei primi decenni del ovecento, per essere poi abbandonata definitivamente negli anni ttanta. Attualmente il manufatto si trova allo stato di rudere, avviluppato da una massiccia vegetazione infestante e interessato da pericolosi fenomeni di dissesto e degrado. Partendo da un’approfondita conoscenza storica, tecnologica e costruttiva è possibile ragionare sulla possibilità di rinascita della prima stazione italiana, prevedendo un riuso compatibile che possa restituire alla collettività e alla storia uno dei luoghi simbolo della modernità e del progresso nell’Italia preunitaria.

Stazioni e ferrovie come World Heritage Sites. Il progetto di conoscenza e recupero della prima stazione Bayard a Napoli

Cucco
2020-01-01

Abstract

Le ferrovie, sin dalla loro nascita, hanno accompagnato lo sviluppo di ogni paese con un ciclo di vita spesso determinato da numerosi ed imprevedibili fattori: i nuovi mercati, lo sviluppo impiantistico, il contesto sociale ed economico e i mutevoli scenari sociali. I sistemi ferroviari – linee, stazioni, caselli, ponti, infrastrutture, ecc. rappresentano veri e propri mondi in cui è impossibile separare gli aspetti socio-culturali da quelli tecnici. Si tratta di opere realizzate in anni di estremo dinamismo tecnologico e vitalità architettonica, in periodi di transizione caratterizzati da nuovi sistemi economici e centri di potere, prodotti dell’ingegno umano, spesso unici ed eccezionali esempi di innovazioni infrastrutturali e degni dello status di patrimonio culturale. In Italia, la tratta Napoli-Portici è il primo esempio di linea ferrata e la sua stazione principale, realizzata a apoli lungo l’antica via de’ ossi su progetto dell’ingegnere Armando iuseppe Bayard de la Vingtrie, è stata per lungo tempo un autentico capolavoro dell’architettura ottocentesca nonché un esempio di innovazione infrastrutturale in un’epoca in cui la rivoluzione industriale andava coinvolgendo anche la ricerca architettonica. el corso degli anni la stazione Bayard ha subto numerose trasformazioni e alterazioni, fino alla sua conversione a teatro e cinema nei primi decenni del ovecento, per essere poi abbandonata definitivamente negli anni ttanta. Attualmente il manufatto si trova allo stato di rudere, avviluppato da una massiccia vegetazione infestante e interessato da pericolosi fenomeni di dissesto e degrado. Partendo da un’approfondita conoscenza storica, tecnologica e costruttiva è possibile ragionare sulla possibilità di rinascita della prima stazione italiana, prevedendo un riuso compatibile che possa restituire alla collettività e alla storia uno dei luoghi simbolo della modernità e del progresso nell’Italia preunitaria.
2020
9788896386941
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/4755312
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