La storia della città non è solo un particolare ambito della ricerca storiografica, ma è anche e soprattutto il luogo per eccellenza dove si concentrano una serie di funzioni che riguardano gli aspetti fondamentali dell’essere storico dell’uomo. La città – quale che sia la sua tipologia, dal villaggio delle capanne alle roccaforti medievali (e Salerno ne è un esempio con le sue mura e il suo castello), dalla città moderna a quella postmoderna e avveniristica – diventa il luogo a partire dal quale si organizzano le forme dell’autoconservazione e della difesa dal nemico esterno. Ma è anche il luogo nel quale si manifestano i primi culti religiosi e le prime esperienze dell’agire politico, le prime manifestazioni dell’arte poetica ma anche le forme elementari dello scambio e del mercato. Quel che certamente è possibile affermare è che essa ha cercato di ispirarsi a quelle motivazioni storiografiche, teoriche e metodologiche, all’inizio richiamate. Prima fra tutte, la consapevolezza che un’opera generale di storiografia se vuole seguire, pur senza la pretesa di esaurirlo in ogni suo segmento, l’intero tragitto cronologico attraverso il quale la materia storica presa in esame si dispone e se vuole, altresì, analizzare e descrivere questa materia con l’ausilio di concorrenti ambiti disciplinari (la storia politica e quella sociale, la storia delle idee e la storia dell’arte, l’urbanistica e l’economia, la sociologia e l’antropologia, la demografia e la geografia, la statistica e la storia letteraria), non può più affidarsi a un’unica, quand’anche efficacissima e riconosciuta, personalità di studioso. Abbiamo perciò chiesto a 55 studiosi di scrivere 60 contributi volti a indagare e raccontare la storia della città alla luce delle rispettive competenze, delle diverse prospettive diacroniche e sincroniche e delle diverse metodologie disciplinari.
Potere, governo e dinamiche di ceto: l’ascesa delle famiglie popolari tra separazione e integrazione
Maria Anna Noto
2020-01-01
Abstract
La storia della città non è solo un particolare ambito della ricerca storiografica, ma è anche e soprattutto il luogo per eccellenza dove si concentrano una serie di funzioni che riguardano gli aspetti fondamentali dell’essere storico dell’uomo. La città – quale che sia la sua tipologia, dal villaggio delle capanne alle roccaforti medievali (e Salerno ne è un esempio con le sue mura e il suo castello), dalla città moderna a quella postmoderna e avveniristica – diventa il luogo a partire dal quale si organizzano le forme dell’autoconservazione e della difesa dal nemico esterno. Ma è anche il luogo nel quale si manifestano i primi culti religiosi e le prime esperienze dell’agire politico, le prime manifestazioni dell’arte poetica ma anche le forme elementari dello scambio e del mercato. Quel che certamente è possibile affermare è che essa ha cercato di ispirarsi a quelle motivazioni storiografiche, teoriche e metodologiche, all’inizio richiamate. Prima fra tutte, la consapevolezza che un’opera generale di storiografia se vuole seguire, pur senza la pretesa di esaurirlo in ogni suo segmento, l’intero tragitto cronologico attraverso il quale la materia storica presa in esame si dispone e se vuole, altresì, analizzare e descrivere questa materia con l’ausilio di concorrenti ambiti disciplinari (la storia politica e quella sociale, la storia delle idee e la storia dell’arte, l’urbanistica e l’economia, la sociologia e l’antropologia, la demografia e la geografia, la statistica e la storia letteraria), non può più affidarsi a un’unica, quand’anche efficacissima e riconosciuta, personalità di studioso. Abbiamo perciò chiesto a 55 studiosi di scrivere 60 contributi volti a indagare e raccontare la storia della città alla luce delle rispettive competenze, delle diverse prospettive diacroniche e sincroniche e delle diverse metodologie disciplinari.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.