L’affidamento di una commessa pubblica, prima ancora che la convenienza della proposta, impone l’accertamento, in capo all’operatore economico, dell’assenza di motivi di esclusione , come disciplinati dall’art. 80 del vigente codice dei contratti pubblici (cdc) . È come dire: può risultare aggiudicatario non chi formula la proposta migliore, bensì chi formula la proposta migliore tra gli operatori che possono contrarre con la PA. Come precisato «l’esclusione dalla gara d’appalto non è una sanzione ma una misura selettiva riguardo alla scelta del contrante per il contratto ora in formazione, che riflette la necessità di garantire, a favore della pubblica amministrazione, l'elemento fiduciario fin dal momento genetico». Senonché, complice la complessità degli istituti trattati, unitamente all’incertezza (anche lessicale) del dettato normativo, si registrano una vastissima letteratura e un copioso contenzioso. Alcuni dei principali orientamenti giurisprudenziali - in special modo quelli espressi (sempre più di frequente, in virtù dei rinvii operati dalle Magistrature nazionali) dalla Corte di giustizia eurounitaria - costituiscono, ora, diritto positivo; tuttavia, la mancanza di un chiaro paradigma normativo (peraltro caratterizzato da continue modifiche oltre che da un sistema di fonti pluriarticolato che registra la competenza di diversi livelli di governo ) impone all’operatore di rincorrere gli indirizzi ermeneutici offerti dal giudice amministrativo (non sempre univoci), oltre che dall’Autorità indipendente (recte: ANAC) . La vigente codificazione, pur presentando apprezzabili profili di innovazione, soprattutto nell’ottica di una tendenziale semplificazione, non risulta esaustiva, tantomeno può consentire di superare le criticità che caratterizzano la gestione dell’attività negoziale . Un dato è certo: un sistema articolato di fonti, cui concorrono Linee Guida ed atti di indirizzo da parte dell’ANAC e di Organi di Governo, non sembra possa costituire la migliore piattaforma su cui strutturare un’attività semplificata ed efficace. Le argomentazioni svolte riguarderanno sia le principali questioni problematiche connesse all’interpretazione della citata disposizione normativa (anche in un’ottica di comparazione con la precedente disciplina) sia le buone prassi, oltre che i prevalenti indirizzi giurisprudenziali. Il lavoro non rappresenta una trattazione esaustiva, mirando al meno ambizioso obiettivo di analizzare le questioni più dibattute e meritevoli di esegesi.

Profili oggettivi e soggettivi dei motivi di esclusione dagli affidamenti di appalti pubblici e concessioni, tra diritto comunitario, pretorio e "sospeso"

francesco armenante
2021-01-01

Abstract

L’affidamento di una commessa pubblica, prima ancora che la convenienza della proposta, impone l’accertamento, in capo all’operatore economico, dell’assenza di motivi di esclusione , come disciplinati dall’art. 80 del vigente codice dei contratti pubblici (cdc) . È come dire: può risultare aggiudicatario non chi formula la proposta migliore, bensì chi formula la proposta migliore tra gli operatori che possono contrarre con la PA. Come precisato «l’esclusione dalla gara d’appalto non è una sanzione ma una misura selettiva riguardo alla scelta del contrante per il contratto ora in formazione, che riflette la necessità di garantire, a favore della pubblica amministrazione, l'elemento fiduciario fin dal momento genetico». Senonché, complice la complessità degli istituti trattati, unitamente all’incertezza (anche lessicale) del dettato normativo, si registrano una vastissima letteratura e un copioso contenzioso. Alcuni dei principali orientamenti giurisprudenziali - in special modo quelli espressi (sempre più di frequente, in virtù dei rinvii operati dalle Magistrature nazionali) dalla Corte di giustizia eurounitaria - costituiscono, ora, diritto positivo; tuttavia, la mancanza di un chiaro paradigma normativo (peraltro caratterizzato da continue modifiche oltre che da un sistema di fonti pluriarticolato che registra la competenza di diversi livelli di governo ) impone all’operatore di rincorrere gli indirizzi ermeneutici offerti dal giudice amministrativo (non sempre univoci), oltre che dall’Autorità indipendente (recte: ANAC) . La vigente codificazione, pur presentando apprezzabili profili di innovazione, soprattutto nell’ottica di una tendenziale semplificazione, non risulta esaustiva, tantomeno può consentire di superare le criticità che caratterizzano la gestione dell’attività negoziale . Un dato è certo: un sistema articolato di fonti, cui concorrono Linee Guida ed atti di indirizzo da parte dell’ANAC e di Organi di Governo, non sembra possa costituire la migliore piattaforma su cui strutturare un’attività semplificata ed efficace. Le argomentazioni svolte riguarderanno sia le principali questioni problematiche connesse all’interpretazione della citata disposizione normativa (anche in un’ottica di comparazione con la precedente disciplina) sia le buone prassi, oltre che i prevalenti indirizzi giurisprudenziali. Il lavoro non rappresenta una trattazione esaustiva, mirando al meno ambizioso obiettivo di analizzare le questioni più dibattute e meritevoli di esegesi.
2021
978-88-9391-964-7
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/4765225
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