The ancient Campania is a frontier region, where Italics, Etruscans, and Greeks produce over time various forms of relationship. The phenomenon becomes particularly evident in the second half of the 8th century B.C. with the arrival of the Greeks: the system of exchange that they promote, focused on the settlement of Pithecusa (Ischia), produces a powerful dynamism in the local populations that are part of the trade network. In this context, phenomena of personal mobility led to the Campanian coast individuals and groups from the inland regions, particularly from Hirpinia and Oenotria. They establish themselves in existing centres or in new settlements placed in strategic spots for maritime and land communication, as in the case of Monte Vetrano that protects the access routes from the north into the Agro Picentino. In the necropolis the groups from Hirpinia are easily recognizable by their funeral rites and a distinctive material culture, that refers to Oliveto Citra-Cairano facies. They arrive at Pithecusa, they are present at Monte Vetrano in the second half of the 8th century B.C., and then they become an integral component of the nearby Etruscan community of Pontecagnano where the necropolis reveals various and complex forms of integration.

La Campania antica è una terra di frontiera, nella quale la presenza di genti di origine italica, di Etruschi e di Greci produce nel tempo forme diversificate di relazione. Il fenomeno diviene particolarmente evidente nella seconda metà dell’VIII sec. a.C. con l’arrivo dei Greci: il sistema di traffici che essi promuovono, incentrato sull’insediamento di Pithecusa sull’isola di Ischia, produce un forte dinamismo nelle popolazioni locali che si inseriscono proficuamente nella rete di scambi. In questo contesto si generano fenomeni di mobilità che conducono verso la costa campana individui e gruppi dalle regioni interne, in particolare dall’Irpinia e dalla area enotria. Essi si stanziano negli insediamenti già esistenti o in nuovi stanziamenti che nascono in punti strategici per il controllo delle comunicazioni marittime e terrestri come nel caso di Monte Vetrano nell’Agro Picentino. Nelle necropoli i gruppi provenienti dall’Irpinia sono ben riconoscibili per i loro usi funerari e per l’esibizione di una specifica cultura materiale (facies di Oliveto Citra-Cairano). Essi giungono fino a Pithecusa, sono presenti a Monte Vetrano nella seconda metà dell’VIII sec. a.C. e divengono poi parte integrante della vicina comunità etrusca di Pontecagnano, dove le necropoli rivelano varie e complesse forme di integrazione.

Dall’Irpinia alla costa tirrenica: fenomeni di mobilità e integrazione in Campania tra VIII e VII secolo a.C.

Carmine Pellegrino;
2021-01-01

Abstract

The ancient Campania is a frontier region, where Italics, Etruscans, and Greeks produce over time various forms of relationship. The phenomenon becomes particularly evident in the second half of the 8th century B.C. with the arrival of the Greeks: the system of exchange that they promote, focused on the settlement of Pithecusa (Ischia), produces a powerful dynamism in the local populations that are part of the trade network. In this context, phenomena of personal mobility led to the Campanian coast individuals and groups from the inland regions, particularly from Hirpinia and Oenotria. They establish themselves in existing centres or in new settlements placed in strategic spots for maritime and land communication, as in the case of Monte Vetrano that protects the access routes from the north into the Agro Picentino. In the necropolis the groups from Hirpinia are easily recognizable by their funeral rites and a distinctive material culture, that refers to Oliveto Citra-Cairano facies. They arrive at Pithecusa, they are present at Monte Vetrano in the second half of the 8th century B.C., and then they become an integral component of the nearby Etruscan community of Pontecagnano where the necropolis reveals various and complex forms of integration.
2021
9788894484922
La Campania antica è una terra di frontiera, nella quale la presenza di genti di origine italica, di Etruschi e di Greci produce nel tempo forme diversificate di relazione. Il fenomeno diviene particolarmente evidente nella seconda metà dell’VIII sec. a.C. con l’arrivo dei Greci: il sistema di traffici che essi promuovono, incentrato sull’insediamento di Pithecusa sull’isola di Ischia, produce un forte dinamismo nelle popolazioni locali che si inseriscono proficuamente nella rete di scambi. In questo contesto si generano fenomeni di mobilità che conducono verso la costa campana individui e gruppi dalle regioni interne, in particolare dall’Irpinia e dalla area enotria. Essi si stanziano negli insediamenti già esistenti o in nuovi stanziamenti che nascono in punti strategici per il controllo delle comunicazioni marittime e terrestri come nel caso di Monte Vetrano nell’Agro Picentino. Nelle necropoli i gruppi provenienti dall’Irpinia sono ben riconoscibili per i loro usi funerari e per l’esibizione di una specifica cultura materiale (facies di Oliveto Citra-Cairano). Essi giungono fino a Pithecusa, sono presenti a Monte Vetrano nella seconda metà dell’VIII sec. a.C. e divengono poi parte integrante della vicina comunità etrusca di Pontecagnano, dove le necropoli rivelano varie e complesse forme di integrazione.
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