Nel corso del Novecento la bellezza inafferrabile de La Tempesta ha ispirato sia il teatro che il cinema e ha prodotto esempi di notevole interesse che, in entrambi i linguaggi, hanno confermato l’atemporalità e il fascino delle istanze contenute nell’originale elisabettiano. Sulla scena teatrale, tra le numerosissime versioni realizzate in ambito internazionale, probabilmente le regie di Giorgio Strehler (1848 e 1978) e Peter Brook (1990) rappresentano due riferimenti ineludibili che hanno segnato due modelli chiave per l’interpretazione dell’universo alchemico racchiuso nell’ultimo testo di Shakespeare. Il percorso coerente che qui si delinea tra un artista del Novecento e un autore del passato, dal 1948 individua affinità e sintonie che culminano con la messinscena de La Tempesta nel 1978, autentico spartiacque della produzione futura che spalanca riflessioni sul ruolo del teatro nella Storia.
La Tempesta nella regia di Giorgio Strehler. La necessità del teatro nella Storia
Annamaria Sapienza
2021-01-01
Abstract
Nel corso del Novecento la bellezza inafferrabile de La Tempesta ha ispirato sia il teatro che il cinema e ha prodotto esempi di notevole interesse che, in entrambi i linguaggi, hanno confermato l’atemporalità e il fascino delle istanze contenute nell’originale elisabettiano. Sulla scena teatrale, tra le numerosissime versioni realizzate in ambito internazionale, probabilmente le regie di Giorgio Strehler (1848 e 1978) e Peter Brook (1990) rappresentano due riferimenti ineludibili che hanno segnato due modelli chiave per l’interpretazione dell’universo alchemico racchiuso nell’ultimo testo di Shakespeare. Il percorso coerente che qui si delinea tra un artista del Novecento e un autore del passato, dal 1948 individua affinità e sintonie che culminano con la messinscena de La Tempesta nel 1978, autentico spartiacque della produzione futura che spalanca riflessioni sul ruolo del teatro nella Storia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.