All’interno delle esperienze di Teatro Sociale e di Comunità lo spazio assume un ruolo determinante quanto flessibile che muta continuamente fisionomia e funzione. La natura del luogo scelto per il processo di costruzione, di volta in volta consacrato al teatro, si offre a continue trasformazioni sia strutturali che di senso determinate dall’evoluzione creativa, sociale ed emotiva dei partecipanti. A seconda delle tecniche applicate e dei contesti selezionati, la scena trascende la propria connotazione fisica per schiudere una dimensione interiore nella quale si creano le condizioni favorevoli per un’esperienza teatrale partecipata. Lo spazio non si configura come contenitore neutro, ma come segno linguistico operante che genera significati; tale caratteristica si integra con tutti gli altri linguaggi che scrivono la scena nella certezza strutturale di una trasformazione continua che si adatta allo sviluppo e alla crescita del gruppo. L’intervento intende sottolineare quanto in alcune esperienze teatrali di tipo comunitario il lavoro con lo spazio, preesistente o costruito, contribuisca alla definizione di una partitura fondata su un sistema particolarmente fluido nel quale la dimensione relazionale è mezzo e fine per la rappresentazione di un immaginario condiviso. Completa l’analisi il caso studio de La luna, esito di un laboratorio ideato e diretto da Davide Iodice presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli (inserito poi nel Napoli Teatro Festival Italia 2019) sul tema dello scarto, rifiuto simbolico del quale liberarsi. Ambito della ricerca espressiva è la comunità cittadina, invitata a portare gli oggetti simbolicamente da rimuovere in un “magazzino d’umanità”. Ne risulta una scrittura scenica polifonica e materica, nella quale gli attori/performers tentano di recuperare un’identità collettiva in uno spazio scenico che si compone e si scompone empaticamente con gli spettatori.

La scena flessibile: spazio e relazione nel teatro comunitario

Annamaria Sapienza
2021-01-01

Abstract

All’interno delle esperienze di Teatro Sociale e di Comunità lo spazio assume un ruolo determinante quanto flessibile che muta continuamente fisionomia e funzione. La natura del luogo scelto per il processo di costruzione, di volta in volta consacrato al teatro, si offre a continue trasformazioni sia strutturali che di senso determinate dall’evoluzione creativa, sociale ed emotiva dei partecipanti. A seconda delle tecniche applicate e dei contesti selezionati, la scena trascende la propria connotazione fisica per schiudere una dimensione interiore nella quale si creano le condizioni favorevoli per un’esperienza teatrale partecipata. Lo spazio non si configura come contenitore neutro, ma come segno linguistico operante che genera significati; tale caratteristica si integra con tutti gli altri linguaggi che scrivono la scena nella certezza strutturale di una trasformazione continua che si adatta allo sviluppo e alla crescita del gruppo. L’intervento intende sottolineare quanto in alcune esperienze teatrali di tipo comunitario il lavoro con lo spazio, preesistente o costruito, contribuisca alla definizione di una partitura fondata su un sistema particolarmente fluido nel quale la dimensione relazionale è mezzo e fine per la rappresentazione di un immaginario condiviso. Completa l’analisi il caso studio de La luna, esito di un laboratorio ideato e diretto da Davide Iodice presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli (inserito poi nel Napoli Teatro Festival Italia 2019) sul tema dello scarto, rifiuto simbolico del quale liberarsi. Ambito della ricerca espressiva è la comunità cittadina, invitata a portare gli oggetti simbolicamente da rimuovere in un “magazzino d’umanità”. Ne risulta una scrittura scenica polifonica e materica, nella quale gli attori/performers tentano di recuperare un’identità collettiva in uno spazio scenico che si compone e si scompone empaticamente con gli spettatori.
2021
9788854970717
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/4773962
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