Obiettivo del progetto OPhEMA (Ontology for the Philosophy of Early Middle Ages) è contribuire all’ampliamento dell’ontologia della filosofia in OWL di Barry Smith e Pierre Grenon, esplorando la possibilità che in essa possano rientrare autori e testi latini, collocati tra il secondo e il dodicesimo secolo d.C, attualmente non inclusi. La scelta dell’arco cronologico di riferimento è legata all’individuazione, in esso, di un contesto problematico: se nel mondo greco (e fino all’epoca tardo-antica) il termine “filosofia” ha indicato, per esempio, una specifica professione o un particolare stile di vita, la ricezione (avvenuta tramite Cicerone) del termine nel periodo patristico e altomedievale non preserva, tuttavia, il medesimo significato, in quanto non è più possibile parlare di una disciplina istituzionalizzata nelle forme e specificatamente legata a una produzione scritta. Ciononostante, gli studiosi successivi hanno associato a tale arco cronologico un’attività speculativa definita “filosofica”, lasciando così intuire l’esistenza di criteri secondo i quali testi non dichiaratamente filosofici possano essere comunque giudicati tali. Fine ultimo del contributo è perciò mostrare i diversi passaggi che, a partire dalla peculiarità del contesto d’applicazione e dal caso specifico dei «Moralia in Iob» di Gregorio Magno (540 d.C.-604 d.C.), conducono alla costruzione di un’ontologia della filosofia altomedievale concepita come modulo dell’ontologia della filosofia di Grenon e Smith, con particolare attenzione al suo essere un potenziale strumento tanto di ri-valorizzazione di singoli testi (resa possibile dall’utilizzo di strumenti digitali) quanto di un significativo ampliamento dell’ontologia già esistente.
Sulla funzionalità di un’ontologia della filosofia alto medievale. Il caso dei «Moralia in Iob» di Gregorio Magno
Timothy Tambassi
2022-01-01
Abstract
Obiettivo del progetto OPhEMA (Ontology for the Philosophy of Early Middle Ages) è contribuire all’ampliamento dell’ontologia della filosofia in OWL di Barry Smith e Pierre Grenon, esplorando la possibilità che in essa possano rientrare autori e testi latini, collocati tra il secondo e il dodicesimo secolo d.C, attualmente non inclusi. La scelta dell’arco cronologico di riferimento è legata all’individuazione, in esso, di un contesto problematico: se nel mondo greco (e fino all’epoca tardo-antica) il termine “filosofia” ha indicato, per esempio, una specifica professione o un particolare stile di vita, la ricezione (avvenuta tramite Cicerone) del termine nel periodo patristico e altomedievale non preserva, tuttavia, il medesimo significato, in quanto non è più possibile parlare di una disciplina istituzionalizzata nelle forme e specificatamente legata a una produzione scritta. Ciononostante, gli studiosi successivi hanno associato a tale arco cronologico un’attività speculativa definita “filosofica”, lasciando così intuire l’esistenza di criteri secondo i quali testi non dichiaratamente filosofici possano essere comunque giudicati tali. Fine ultimo del contributo è perciò mostrare i diversi passaggi che, a partire dalla peculiarità del contesto d’applicazione e dal caso specifico dei «Moralia in Iob» di Gregorio Magno (540 d.C.-604 d.C.), conducono alla costruzione di un’ontologia della filosofia altomedievale concepita come modulo dell’ontologia della filosofia di Grenon e Smith, con particolare attenzione al suo essere un potenziale strumento tanto di ri-valorizzazione di singoli testi (resa possibile dall’utilizzo di strumenti digitali) quanto di un significativo ampliamento dell’ontologia già esistente.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.