Il pensare investe la soggettività e, con essa, la nostra modalità relazionale. La necessità di una trasformazione della soggettività è stata al centro di molte analisi del femminismo contemporaneo e ha comportato la riflessione su una differente disposizione nei confronti dell’azione nonché l’invito a disfarsi di tutte le costruzioni immaginarie. Le tre donne, di cui scrivo qui, sono state più che critiche riguardo alla costituzione della soggettività moderna e hanno avuto una vista acuta su ciò che riproduce e sui mali strutturali propri della storia occidentale, rimettendo al centro – attraverso un pensare che è prima di tutto un sentire, un patire la realtà – la contraddittorietà della vita umana nella sua finitezza e nel suo tendere all’infinito.
Soggettività, politica e femminismo in tre donne napoletane del XX secolo: Lina Mangiacapre, Lucia Mastrodomenico e Angela Putino
Stefania Tarantino
2022-01-01
Abstract
Il pensare investe la soggettività e, con essa, la nostra modalità relazionale. La necessità di una trasformazione della soggettività è stata al centro di molte analisi del femminismo contemporaneo e ha comportato la riflessione su una differente disposizione nei confronti dell’azione nonché l’invito a disfarsi di tutte le costruzioni immaginarie. Le tre donne, di cui scrivo qui, sono state più che critiche riguardo alla costituzione della soggettività moderna e hanno avuto una vista acuta su ciò che riproduce e sui mali strutturali propri della storia occidentale, rimettendo al centro – attraverso un pensare che è prima di tutto un sentire, un patire la realtà – la contraddittorietà della vita umana nella sua finitezza e nel suo tendere all’infinito.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.