La rappresentazione di Robert, chef des brigands il 10 marzo 1792 inaugura una lunga serie di opere drammatiche costituita, in larga misura, da pièce derivate dal dramma tedesco (Eggli 1928). Gran parte di queste sfrutta infatti la “dimension prométhéenne du brigand” nella sua forma “positiva”, ponendo questa figura al servizio dell’ideologia repubblicana (Frantz 2008). La figura del brigante consegnataci dal teatro rivoluzionario, tuttavia, non appare connotata unicamente in senso positivo: il termine subisce una continua “évolution sémantique” e può talvolta indicare, non il révolté che si oppone all’ingiustizia di Antico Regime ma il realista nemico della repubblica (Bourdin 2011). Meno presente sulla scena, la figura del brigante teatrale è comunque presente nell’immaginario collettivo anche durante l’Impero, sebbene i suoi contorni appaiano meno netti. Jocrisse, chef des brigands di Dumersan (1815) è un “mélodrame comique” (etichetta generica discussa dalla stampa periodica) vagamente ispirato alla pièce di Schiller, ma che soprattutto riprende la figura del brigante in chiave ridicola e caricaturale; la pièce contiene infatti riferimenti all’insieme della tradizione teatrale del brigante tra Rivoluzione e Impero, stemperandone mediante il registro comico-parodico le principali caratteristiche. Rappresentato al teatro delle Variétés e non in una delle sale destinate al mélo, l’opera riprende anche i luoghi tipici delle pièce sul brigante, il suo abbigliamento e il modo di agire, sostituendo all’eroe schilleriano il goffo e ambiguo Jocrisse. A partire dall’analisi della pièce di Dumersan, mi interesserò ai significati che assume la figura del brigante durante l’Impero.

Trasformazione comica del brigante in "Jocrisse chef des brigands" di Dumersan e Merle (1815)

vincenzo de santis
2022-01-01

Abstract

La rappresentazione di Robert, chef des brigands il 10 marzo 1792 inaugura una lunga serie di opere drammatiche costituita, in larga misura, da pièce derivate dal dramma tedesco (Eggli 1928). Gran parte di queste sfrutta infatti la “dimension prométhéenne du brigand” nella sua forma “positiva”, ponendo questa figura al servizio dell’ideologia repubblicana (Frantz 2008). La figura del brigante consegnataci dal teatro rivoluzionario, tuttavia, non appare connotata unicamente in senso positivo: il termine subisce una continua “évolution sémantique” e può talvolta indicare, non il révolté che si oppone all’ingiustizia di Antico Regime ma il realista nemico della repubblica (Bourdin 2011). Meno presente sulla scena, la figura del brigante teatrale è comunque presente nell’immaginario collettivo anche durante l’Impero, sebbene i suoi contorni appaiano meno netti. Jocrisse, chef des brigands di Dumersan (1815) è un “mélodrame comique” (etichetta generica discussa dalla stampa periodica) vagamente ispirato alla pièce di Schiller, ma che soprattutto riprende la figura del brigante in chiave ridicola e caricaturale; la pièce contiene infatti riferimenti all’insieme della tradizione teatrale del brigante tra Rivoluzione e Impero, stemperandone mediante il registro comico-parodico le principali caratteristiche. Rappresentato al teatro delle Variétés e non in una delle sale destinate al mélo, l’opera riprende anche i luoghi tipici delle pièce sul brigante, il suo abbigliamento e il modo di agire, sostituendo all’eroe schilleriano il goffo e ambiguo Jocrisse. A partire dall’analisi della pièce di Dumersan, mi interesserò ai significati che assume la figura del brigante durante l’Impero.
2022
9791254690130
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/4815492
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