Una vicenda esistenziale e un universo narrativo i cui confini si estendono dalle isole dell’arcipelago malese, alle coste del Sudamerica, dalla Russia zarista alla giungla metropolitana della Londra primo-novecentesca, dall’Italia risorgimentale al cuore dell’Africa coloniale: è questo a definire il peculiare spazio che Joseph Conrad occupa sulla scena letteraria britannica fra Otto e Novecento. Narratore di lingua inglese ma intellettuale transnazionale, Conrad ha dato vita a un corpus narrativo che, sviluppatosi proprio negli anni in cui andavano affermandosi la riflessione e la pratica geopolitica, sembra implicarne le medesime categorie. Le logiche che regolano i rapporti di potere fra le nazioni e al loro interno e i conflitti che ne derivano vengono indagati con occhio lucido e disincantato attraverso gli strumenti della trasfigurazione immaginativa nella convinzione che, come egli stesso afferma, “la narrativa è storia, storia umana, o non è niente. Ma è anche qualcosa di più; […] poiché è basata sulla realtà delle forme e sull’osservazione dei fenomeni sociali, mentre la storia si basa su documenti,[…] su un’impressione di seconda mano. Perciò la narrativa è più vicina alla verità”. Sono queste le considerazioni da cui muovono i saggi compresi in questo volume, che vede confrontarsi esperti di letteratura inglese, teorici della letteratura, studiosi di estetica, germanisti e italianisti nella convinzione che a un autore come Conrad si possa rispondere solo mettendo in campo una pluralità di approcci teorici e metodologici in una prospettiva squisitamente interdisciplinare

Mondi di carta. Conrad e l'immaginazione geopolitica

Marina Lops
2022-01-01

Abstract

Una vicenda esistenziale e un universo narrativo i cui confini si estendono dalle isole dell’arcipelago malese, alle coste del Sudamerica, dalla Russia zarista alla giungla metropolitana della Londra primo-novecentesca, dall’Italia risorgimentale al cuore dell’Africa coloniale: è questo a definire il peculiare spazio che Joseph Conrad occupa sulla scena letteraria britannica fra Otto e Novecento. Narratore di lingua inglese ma intellettuale transnazionale, Conrad ha dato vita a un corpus narrativo che, sviluppatosi proprio negli anni in cui andavano affermandosi la riflessione e la pratica geopolitica, sembra implicarne le medesime categorie. Le logiche che regolano i rapporti di potere fra le nazioni e al loro interno e i conflitti che ne derivano vengono indagati con occhio lucido e disincantato attraverso gli strumenti della trasfigurazione immaginativa nella convinzione che, come egli stesso afferma, “la narrativa è storia, storia umana, o non è niente. Ma è anche qualcosa di più; […] poiché è basata sulla realtà delle forme e sull’osservazione dei fenomeni sociali, mentre la storia si basa su documenti,[…] su un’impressione di seconda mano. Perciò la narrativa è più vicina alla verità”. Sono queste le considerazioni da cui muovono i saggi compresi in questo volume, che vede confrontarsi esperti di letteratura inglese, teorici della letteratura, studiosi di estetica, germanisti e italianisti nella convinzione che a un autore come Conrad si possa rispondere solo mettendo in campo una pluralità di approcci teorici e metodologici in una prospettiva squisitamente interdisciplinare
2022
9788857580654
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