Bernardo Silvano è noto agli studiosi per avere tentato un ardito lavoro di correzione generale degli elementi astronomici delle carte tolemaiche, dando così per l’Italia, come per altre regioni, una vera rappresentazione nuova. Prima di pubblicare nel 1511 a Venezia la sua riedizione aggiornata della Geografia di Tolomeo, ne aveva realizzato una “tradizionale” nel 1490, conservata nella Biblioteca Nazionale di Francia. Dal confronto tra le due versioni della carta emergono differenze indicative di uno straordinario quanto rapido avanzamento tecnico. Tale circostanza è in generale spiegata con il riferimento alle maggiori conoscenze geografiche maturate grazie ai viaggi di esplorazione e all’influenza della cartografia nautica. Considerando che qualche decennio prima gli Aragonesi regnanti a Napoli si erano dotati di una cartografia di eccezionale grado di dettaglio, qualche studioso ha ipotizzato che i miglioramenti tecnici possano derivare da esemplari cartografici molto più antichi, oggi perduti ma ancora visibili nel XVI secolo. Attraverso l’esplorazione dell’opera di Silvano e la ricostruzione del contesto culturale del suo tempo si tenterà allora di saggiare l’attendibilità e consistenza di tale ipotesi, evidenziando gli elementi di novità della sua cartografia e le sue possibili matrici.
L’Italia di Bernardo Silvano. La cartografia del mondo antico sulla via della modernità
Silvia Siniscalchi
2023-01-01
Abstract
Bernardo Silvano è noto agli studiosi per avere tentato un ardito lavoro di correzione generale degli elementi astronomici delle carte tolemaiche, dando così per l’Italia, come per altre regioni, una vera rappresentazione nuova. Prima di pubblicare nel 1511 a Venezia la sua riedizione aggiornata della Geografia di Tolomeo, ne aveva realizzato una “tradizionale” nel 1490, conservata nella Biblioteca Nazionale di Francia. Dal confronto tra le due versioni della carta emergono differenze indicative di uno straordinario quanto rapido avanzamento tecnico. Tale circostanza è in generale spiegata con il riferimento alle maggiori conoscenze geografiche maturate grazie ai viaggi di esplorazione e all’influenza della cartografia nautica. Considerando che qualche decennio prima gli Aragonesi regnanti a Napoli si erano dotati di una cartografia di eccezionale grado di dettaglio, qualche studioso ha ipotizzato che i miglioramenti tecnici possano derivare da esemplari cartografici molto più antichi, oggi perduti ma ancora visibili nel XVI secolo. Attraverso l’esplorazione dell’opera di Silvano e la ricostruzione del contesto culturale del suo tempo si tenterà allora di saggiare l’attendibilità e consistenza di tale ipotesi, evidenziando gli elementi di novità della sua cartografia e le sue possibili matrici.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.