Pubblicato nel 1915, nel periodo della piena maturità dello scrittore, Victory è un’opera-mondo, questa la tesi sviluppata nel mio saggio, immaginata come deposito della memoria culturale europea, all’interno della quale la crepuscolare parabola di Axel Heyst, il suo protagonista, e della cultura che egli rappresenta, sembra poter articolarsi solo come repertorio delle forme che la civiltà europea ha elaborato e di conseguenza svilupparsi anche nei modi di una riflessione sui limiti e le potenzialità dell’arte del romanzo.
"Un palinsesto di decadenza: 'Victory'e l'esemplarità di un Everyman coloniale"
Marina Lops
2022-01-01
Abstract
Pubblicato nel 1915, nel periodo della piena maturità dello scrittore, Victory è un’opera-mondo, questa la tesi sviluppata nel mio saggio, immaginata come deposito della memoria culturale europea, all’interno della quale la crepuscolare parabola di Axel Heyst, il suo protagonista, e della cultura che egli rappresenta, sembra poter articolarsi solo come repertorio delle forme che la civiltà europea ha elaborato e di conseguenza svilupparsi anche nei modi di una riflessione sui limiti e le potenzialità dell’arte del romanzo.File in questo prodotto:
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