Il numero monografico della Rivista del 2022 propone il tentativo di colmare un vuoto di riflessione nel contesto italiano, determinato dalla poca rilevanza di un dibattito interdisciplinare approfondito con studiosi specializzati sul tema complesso della diaspora italiana, a partire però dalla prospettiva di impegno politico personale che ciascun autore porta avanti, lavorando su questo tema da molti anni. In questo senso gli studiosi invitati a contribuire – specialisti di vari settori delle scienze sociali (antropologia, storia orale, folklore, storia) e umanistiche (cultural studies, letteratura e cinema italiani) – si concentrano sul lavoro che nel tempo hanno svolto nei loro territori di studio (come l’Australia, il Canada o gli Stati Uniti) indagando le molte “Italie” e le loro rappresentazioni locali, nazionali, transnazionali e collettive nei contesti diasporici. E lo fanno a partire dai diversi sguardi disciplinari ma anche e soprattutto dalla personale esperienza di studiosi che agiscono in senso sempre più applicativo. Una prospettiva di attivismo oggi preziosa per avviare processi di politica culturale che problematizzino l’incontro culturale e la complessità della questione identitaria in uno scenario come quello contemporaneo in cui sia in Italia che all’estero il problema del razzismo, del controllo e della repressione della diversità, come della gerarchizzazione e della discriminazione, è sempre più attuale e cruciale. Non si tratta, quindi, di un numero solo sulla diaspora ma di un progetto che ha inteso sollecitare “la dimensione politico-culturale, applicativa e attivista dei singoli studiosi coinvolti”.

La stanza degli specchi. Impegno politico-culturale e diaspora Italiana

Katia Ballacchino
Membro del Collaboration Group
;
2022-01-01

Abstract

Il numero monografico della Rivista del 2022 propone il tentativo di colmare un vuoto di riflessione nel contesto italiano, determinato dalla poca rilevanza di un dibattito interdisciplinare approfondito con studiosi specializzati sul tema complesso della diaspora italiana, a partire però dalla prospettiva di impegno politico personale che ciascun autore porta avanti, lavorando su questo tema da molti anni. In questo senso gli studiosi invitati a contribuire – specialisti di vari settori delle scienze sociali (antropologia, storia orale, folklore, storia) e umanistiche (cultural studies, letteratura e cinema italiani) – si concentrano sul lavoro che nel tempo hanno svolto nei loro territori di studio (come l’Australia, il Canada o gli Stati Uniti) indagando le molte “Italie” e le loro rappresentazioni locali, nazionali, transnazionali e collettive nei contesti diasporici. E lo fanno a partire dai diversi sguardi disciplinari ma anche e soprattutto dalla personale esperienza di studiosi che agiscono in senso sempre più applicativo. Una prospettiva di attivismo oggi preziosa per avviare processi di politica culturale che problematizzino l’incontro culturale e la complessità della questione identitaria in uno scenario come quello contemporaneo in cui sia in Italia che all’estero il problema del razzismo, del controllo e della repressione della diversità, come della gerarchizzazione e della discriminazione, è sempre più attuale e cruciale. Non si tratta, quindi, di un numero solo sulla diaspora ma di un progetto che ha inteso sollecitare “la dimensione politico-culturale, applicativa e attivista dei singoli studiosi coinvolti”.
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