I fermenti del Nuovo Teatro, com’è noto, suggeriscono il ripensamento dell’idea stessa di teatro in una riflessione sui suoi elementi costitutivi che scardina innanzitutto la centralità del testo letterario in nome di una metodologia compositiva che va sotto il nome di scrittura scenica, un codice nuovo che esplora spazi, forme e linguaggi inediti in termini operativi . In tale condizione lo statuto dell’attore muta velocemente i suoi parametri e assume caratteristiche che, nel corso dei decenni, giungono fino a oggi in una varietà di esempi che ne trasformano la tradizionale funzione. Dagli anni Sessanta anche in Italia si fa strada un fronte di ricerca per il quale il teatro è inteso come campo di possibilità nel quale realizzare una personale esigenza artistica ; alcuni protagonisti della scena sperimentale, infatti, rivendicano uno sguardo “altro” riferito all’attore che spinge fino alla scelta di espressività non ordinarie al limite del teatro. Tra i tanti possibili, gli esempi di Leo de Berardinis, Pippo Delbono e Romeo Castellucci costituiscono il paradigma di un’evoluzione attorica che, se da un lato demolisce i concetti di personaggio e di interpretazione, dall’altro rimodula rimodula il ruolo dello spettatore chiamato a un’apertura diversa nei confronti dell’evento teatrale.

Al limite dell’attore. Espressività estreme nel teatro di Leo de Berardinis, Pippo Delbono e Romeo Castellucci

ANNAMARIA SAPIENZA
2024-01-01

Abstract

I fermenti del Nuovo Teatro, com’è noto, suggeriscono il ripensamento dell’idea stessa di teatro in una riflessione sui suoi elementi costitutivi che scardina innanzitutto la centralità del testo letterario in nome di una metodologia compositiva che va sotto il nome di scrittura scenica, un codice nuovo che esplora spazi, forme e linguaggi inediti in termini operativi . In tale condizione lo statuto dell’attore muta velocemente i suoi parametri e assume caratteristiche che, nel corso dei decenni, giungono fino a oggi in una varietà di esempi che ne trasformano la tradizionale funzione. Dagli anni Sessanta anche in Italia si fa strada un fronte di ricerca per il quale il teatro è inteso come campo di possibilità nel quale realizzare una personale esigenza artistica ; alcuni protagonisti della scena sperimentale, infatti, rivendicano uno sguardo “altro” riferito all’attore che spinge fino alla scelta di espressività non ordinarie al limite del teatro. Tra i tanti possibili, gli esempi di Leo de Berardinis, Pippo Delbono e Romeo Castellucci costituiscono il paradigma di un’evoluzione attorica che, se da un lato demolisce i concetti di personaggio e di interpretazione, dall’altro rimodula rimodula il ruolo dello spettatore chiamato a un’apertura diversa nei confronti dell’evento teatrale.
2024
9791255000761
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/4858851
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