At the beginning of the eighteenth century, the difficult transition caused by the dynastic change to the throne of Spain caused excitement in the territories belonging to the great Spanish imperial system, where the subjects of the different kingdoms experienced the conflict generated by the succession. The war of succession represents an unexpected opportunity for revenge for the aristocrats dissatisfied with the Spanish government, who feel frustrated, unrewarded and perhaps harbour feelings of revenge. For the Kingdom of Naples, the succession crisis offers an unexpected opportunity to channel anti-Spanish discontent, presenting it as a defence of dynastic legitimacy. The succession crisis leads to the exaltation of the pact ideology which, according to the Neapolitan nobility, had often been violated by the intolerable attitudes of the viceregal authority. In the second half of the seventeenth century, many viceroys had promoted a policy of limiting noble arrogance, issuing provisions deemed unfavourable to the interests of the old nobility. For these reasons, it is precisely in the old nobility that the project to subvert the system matures, to leverage the envy of many important noble families to involve them in an anti-Spanish and aristocratic "regeneration" of the Kingdom with independence purposes. The "aristocratic party" of opposition redefines its objectives and arrives at the creation of the conspiracy that goes down in history as the "Macchia conspiracy", which supports the succession to the Neapolitan throne of the Austrian candidate. During this event, the insistence on the Neapolitan national identity emerges, the sense of belonging to a community governed by its own laws, jealous of its own privileges and its own institutions: an appeal to the collective interest for the “patriae leges”, which is accompanied also the requests of individuals and the noble class for the “privatae rationes”. The pro-Austrian initiative of the Neapolitan nobles reveals three ideological points: the family interest for the strengthening of the family, the corporate interest for the strengthening of the political role of the aristocracy, the collective-national-patriotic interest that pursues the latent dream of the independence of the Kingdom.

Alle soglie del Settecento, la difficile transizione provocata dal cambio dinastico al trono di Spagna determina una profonda inquietudine nei territori appartenenti al grande sistema imperiale spagnolo, dove i sudditi dei diversi reinos sperimentano la conflittualità generata dalla successione. La guerra di successione rappresenta un’inaspettata opportunità di rivincita per gli aristocratici scontenti del governo spagnolo, che si sentono frustrati, poco gratificati e magari covano sentimenti di vendetta. Per il Regno di Napoli, la crisi successoria offre un’occasione insperata di incanalare il malcontento antispagnolo, presentandolo come una difesa della legittimità dinastica. La crisi della successione conduce all’esaltazione dell’ideologia pattizia che, secondo la nobiltà napoletana, era stata spesso violata dagli intollerabili atteggiamenti dell’autorità vicereale. Nella seconda metà del Seicento, molti viceré avevano promosso una politica di limitazione dell’arroganza nobiliare, emanando provvedimenti giudicati sfavorevoli agli interessi dell’antica nobiltà. Per tali ragioni, è proprio nell’antica nobiltà che matura il progetto di sovvertire il sistema, di far leva sul livore di molti importanti casati regnicoli per coinvolgerli in una “rigenerazione” del Regno di matrice antispagnola e aristocratica con finalità indipendentistiche. Il “partito aristocratico” di opposizione ridefinisce i suoi obiettivi e arriva all’ideazione della cospirazione passata alla storia come “congiura di Macchia”. Durante tale evento, emerge l’insistenza sull’identità nazionale napoletana, sul senso di appartenenza a una comunità retta dai propri ordinamenti, gelosa dei propri privilegi e delle proprie istituzioni: un appello all’interesse collettivo per le patriae leges, al quale si affiancano anche le istanze degli individui e del ceto nobiliare per le privatae rationes. L’iniziativa filoaustriaca dei nobili napoletani rivela tre nuclei ideologici: l’interesse familiare per il rafforzamento del casato, l’interesse cetuale-corporativo per il potenziamento del ruolo politico dell’aristocrazia, l’interesse collettivo-nazional-patriottico che persegue il sogno latente dell’indipendenza del Regno.

Successione e cambio dinastico nel primo Settecento: famiglie, aristocrazia e patria nel Regno di Napoli

Maria Anna Noto
2024-01-01

Abstract

At the beginning of the eighteenth century, the difficult transition caused by the dynastic change to the throne of Spain caused excitement in the territories belonging to the great Spanish imperial system, where the subjects of the different kingdoms experienced the conflict generated by the succession. The war of succession represents an unexpected opportunity for revenge for the aristocrats dissatisfied with the Spanish government, who feel frustrated, unrewarded and perhaps harbour feelings of revenge. For the Kingdom of Naples, the succession crisis offers an unexpected opportunity to channel anti-Spanish discontent, presenting it as a defence of dynastic legitimacy. The succession crisis leads to the exaltation of the pact ideology which, according to the Neapolitan nobility, had often been violated by the intolerable attitudes of the viceregal authority. In the second half of the seventeenth century, many viceroys had promoted a policy of limiting noble arrogance, issuing provisions deemed unfavourable to the interests of the old nobility. For these reasons, it is precisely in the old nobility that the project to subvert the system matures, to leverage the envy of many important noble families to involve them in an anti-Spanish and aristocratic "regeneration" of the Kingdom with independence purposes. The "aristocratic party" of opposition redefines its objectives and arrives at the creation of the conspiracy that goes down in history as the "Macchia conspiracy", which supports the succession to the Neapolitan throne of the Austrian candidate. During this event, the insistence on the Neapolitan national identity emerges, the sense of belonging to a community governed by its own laws, jealous of its own privileges and its own institutions: an appeal to the collective interest for the “patriae leges”, which is accompanied also the requests of individuals and the noble class for the “privatae rationes”. The pro-Austrian initiative of the Neapolitan nobles reveals three ideological points: the family interest for the strengthening of the family, the corporate interest for the strengthening of the political role of the aristocracy, the collective-national-patriotic interest that pursues the latent dream of the independence of the Kingdom.
2024
9788833121161
Alle soglie del Settecento, la difficile transizione provocata dal cambio dinastico al trono di Spagna determina una profonda inquietudine nei territori appartenenti al grande sistema imperiale spagnolo, dove i sudditi dei diversi reinos sperimentano la conflittualità generata dalla successione. La guerra di successione rappresenta un’inaspettata opportunità di rivincita per gli aristocratici scontenti del governo spagnolo, che si sentono frustrati, poco gratificati e magari covano sentimenti di vendetta. Per il Regno di Napoli, la crisi successoria offre un’occasione insperata di incanalare il malcontento antispagnolo, presentandolo come una difesa della legittimità dinastica. La crisi della successione conduce all’esaltazione dell’ideologia pattizia che, secondo la nobiltà napoletana, era stata spesso violata dagli intollerabili atteggiamenti dell’autorità vicereale. Nella seconda metà del Seicento, molti viceré avevano promosso una politica di limitazione dell’arroganza nobiliare, emanando provvedimenti giudicati sfavorevoli agli interessi dell’antica nobiltà. Per tali ragioni, è proprio nell’antica nobiltà che matura il progetto di sovvertire il sistema, di far leva sul livore di molti importanti casati regnicoli per coinvolgerli in una “rigenerazione” del Regno di matrice antispagnola e aristocratica con finalità indipendentistiche. Il “partito aristocratico” di opposizione ridefinisce i suoi obiettivi e arriva all’ideazione della cospirazione passata alla storia come “congiura di Macchia”. Durante tale evento, emerge l’insistenza sull’identità nazionale napoletana, sul senso di appartenenza a una comunità retta dai propri ordinamenti, gelosa dei propri privilegi e delle proprie istituzioni: un appello all’interesse collettivo per le patriae leges, al quale si affiancano anche le istanze degli individui e del ceto nobiliare per le privatae rationes. L’iniziativa filoaustriaca dei nobili napoletani rivela tre nuclei ideologici: l’interesse familiare per il rafforzamento del casato, l’interesse cetuale-corporativo per il potenziamento del ruolo politico dell’aristocrazia, l’interesse collettivo-nazional-patriottico che persegue il sogno latente dell’indipendenza del Regno.
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