The relationship between reality and representation is a recurring theme in the history of communication and imaging. Recursively linked to technological innovations since the birth of photography itself, it has become an even more crucial issue in recent years due to the latest developments in the recording, manipulation and dissemination of digital images. This work approaches the subject from a pragmatic point of view. A look is taken at the latest developments in the field of image-editing – such as the enormous progress made by generative artificial intelligence – and an operational proposal that dialogues with them is formulated. The aim is the production of digital images endowed with an evocative realism, or rather surrealism, straddling the pictorial and the cinematographic, which find in digital manipulation the mere means of expression. An unavoidable step that occurs from the capturing phase – in the advanced transformation of the electrical signal in the hardware environment – and continues in the software environment. This makes it possible to delineate a procedural pipeline for the creation of images that are new with respect to the original ones and yet like them. This technique, called “Layered Reality Control”, consists of a planar splitting of spatial depth levels, thanks to which it is possible to re-construct the imagined scenario starting from the composition of independent elements. In this way, the ideal shooting conditions are digitally recreated, in terms of performance and quality, allowing for the fusion of both technicalities and creative need. Two procedural phases are involved: the first consists in the collection and selection of the generative data, i.e., in the design of the image layout and the following acquisition of the compositive elements; the second includes the fusion of these elements, a delicate process of contouring and integration substantiated by a thorough knowledge of the potential of software effects. Digital photography can thus be understood as an effective means for communicating a vision, the instantaneous tale of a movie whose plot is, however, left to the imagination of the observer.

La tensione tra realtà e rappresentazione è ricorrente nella storia della comunicazione e dell’immagine. Ricorsivamente legata alle innovazioni tecnologiche fin dalla nascita della fotografia stessa, negli ultimi anni si è tramutata in una questione ancor più cogente a causa dei recenti sviluppi nella registrazione, manipolazione e distribuzione delle immagini digitali. Questo lavoro si cala nell’argomento da un punto di vista pragmatico, con uno sguardo alle ultime novità nell’ambito dell’image-editing – come i passi da gigante compiuti dall’intelligenza artificiale generativa – e una proposta operativa che dialoga con esse. Il fine è la produzione di immagini digitali dotate di un suggestivo realismo, o per meglio dire, surrealismo, a cavallo tra il pittorico e il cinematografico, che trova nella manipolazione digitale il mero mezzo espressivo. In tal senso, ci si approccia all’elaborazione creativa delle fotografie come caratteristica essenziale del processo di produzione di immagini digitali. Un passaggio inevitabile che interviene dalla fase di cattura – nella trasformazione avanzata del segnale elettrico in ambiente hardware – e che continua in ambiente software, consentendo di delineare una pipeline procedurale per la realizzazione di immagini nuove rispetto a quelle d’origine e, tuttavia, con esse affini. Tale tecnica, denominata Layered Reality Control, consiste in una scissione per piani dei livelli di profondità spaziali grazie alla quale è possibile ri-costruire lo scenario immaginato a partire dalla composizione di elementi indipendenti. In questo modo sono ricreate digitalmente le condizioni ideali di scatto, in termini di resa e qualità, consentendo la fusione dei tecnicismi con l’esigenza creativa. Le fasi procedurali sono due: la prima consiste nella collezione e selezione dei dati generatori, ovvero in una progettazione del layout immagine e nella successiva acquisizione degli elementi compositivi; la seconda prevede la fusione di tali elementi, un delicato processo di scontorno e integrazione sostanziato da una capillare conoscenza delle potenzialità degli effetti software. La fotografia digitale può così essere intesa come un mezzo effettivo per la comunicazione di una visione, il racconto istantaneo di un lungometraggio la cui trama è, tuttavia, lasciata all’immaginazione di chi osserva.

Layered Reality Control: la ri-costruzione dell’immagine fotografica nella composizione di layout creativi

Sara Antinozzi;Barbara Messina
2023-01-01

Abstract

The relationship between reality and representation is a recurring theme in the history of communication and imaging. Recursively linked to technological innovations since the birth of photography itself, it has become an even more crucial issue in recent years due to the latest developments in the recording, manipulation and dissemination of digital images. This work approaches the subject from a pragmatic point of view. A look is taken at the latest developments in the field of image-editing – such as the enormous progress made by generative artificial intelligence – and an operational proposal that dialogues with them is formulated. The aim is the production of digital images endowed with an evocative realism, or rather surrealism, straddling the pictorial and the cinematographic, which find in digital manipulation the mere means of expression. An unavoidable step that occurs from the capturing phase – in the advanced transformation of the electrical signal in the hardware environment – and continues in the software environment. This makes it possible to delineate a procedural pipeline for the creation of images that are new with respect to the original ones and yet like them. This technique, called “Layered Reality Control”, consists of a planar splitting of spatial depth levels, thanks to which it is possible to re-construct the imagined scenario starting from the composition of independent elements. In this way, the ideal shooting conditions are digitally recreated, in terms of performance and quality, allowing for the fusion of both technicalities and creative need. Two procedural phases are involved: the first consists in the collection and selection of the generative data, i.e., in the design of the image layout and the following acquisition of the compositive elements; the second includes the fusion of these elements, a delicate process of contouring and integration substantiated by a thorough knowledge of the potential of software effects. Digital photography can thus be understood as an effective means for communicating a vision, the instantaneous tale of a movie whose plot is, however, left to the imagination of the observer.
2023
9788899586317
La tensione tra realtà e rappresentazione è ricorrente nella storia della comunicazione e dell’immagine. Ricorsivamente legata alle innovazioni tecnologiche fin dalla nascita della fotografia stessa, negli ultimi anni si è tramutata in una questione ancor più cogente a causa dei recenti sviluppi nella registrazione, manipolazione e distribuzione delle immagini digitali. Questo lavoro si cala nell’argomento da un punto di vista pragmatico, con uno sguardo alle ultime novità nell’ambito dell’image-editing – come i passi da gigante compiuti dall’intelligenza artificiale generativa – e una proposta operativa che dialoga con esse. Il fine è la produzione di immagini digitali dotate di un suggestivo realismo, o per meglio dire, surrealismo, a cavallo tra il pittorico e il cinematografico, che trova nella manipolazione digitale il mero mezzo espressivo. In tal senso, ci si approccia all’elaborazione creativa delle fotografie come caratteristica essenziale del processo di produzione di immagini digitali. Un passaggio inevitabile che interviene dalla fase di cattura – nella trasformazione avanzata del segnale elettrico in ambiente hardware – e che continua in ambiente software, consentendo di delineare una pipeline procedurale per la realizzazione di immagini nuove rispetto a quelle d’origine e, tuttavia, con esse affini. Tale tecnica, denominata Layered Reality Control, consiste in una scissione per piani dei livelli di profondità spaziali grazie alla quale è possibile ri-costruire lo scenario immaginato a partire dalla composizione di elementi indipendenti. In questo modo sono ricreate digitalmente le condizioni ideali di scatto, in termini di resa e qualità, consentendo la fusione dei tecnicismi con l’esigenza creativa. Le fasi procedurali sono due: la prima consiste nella collezione e selezione dei dati generatori, ovvero in una progettazione del layout immagine e nella successiva acquisizione degli elementi compositivi; la seconda prevede la fusione di tali elementi, un delicato processo di scontorno e integrazione sostanziato da una capillare conoscenza delle potenzialità degli effetti software. La fotografia digitale può così essere intesa come un mezzo effettivo per la comunicazione di una visione, il racconto istantaneo di un lungometraggio la cui trama è, tuttavia, lasciata all’immaginazione di chi osserva.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/4863731
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