Il contributo individua nell’ambito della cd. ‘Rinascenza Liutprandea’ un crescente interesse dei Longobardi anche nei confronti della cultura epigrafica, intesa come strumento per manifestare la propria adesione ai valori della migliore classicità, in linea con le istanze politiche e religiose del tempo. Proponendo una lettura da Nord a Sud della documentazione superstite, viene riconosciuta una linea di continuità diacronica nella ‘cultura epigrafica’ espressa tra gli ultimi esponenti del ‘regnum’ nella ‘Langobardia maior’e Arechi II e i suoi successori nel principato beneventano, cogliendo altresì un ulteriore affinamento degli esiti compositivi. Il tramite di tale disegno culturale, finalizzato a dare una visibilità concreta e duratura ad un progetto di costruzione identitaria e di legittimazione politica, si deve riconoscere principalmente in Paolo Diacono, che dopo l’esperienza alla corte bresciana di Desiderio, nella Benevento arechiana dell'ultimo quarto dell'VIII secolo trovò i presupposti favorevoli per lo sviluppo di una autocoscienza storica che necessitava, al contempo, di strumenti per essere trasmessa nel tempo. Ne nacque una scrittura identitaria della 'Gens Bardorum', dalle caratteristiche ben riconoscibili, praticata sia su supporti morbidi, sia su supporti rigidi, di cui si conservano autorevoli testimonianze.
Il patrimonio epigrafico nell’Italia longobarda. Da Liutprando ai principi della Langobardia meridionale
Lambert Chiara
2023-01-01
Abstract
Il contributo individua nell’ambito della cd. ‘Rinascenza Liutprandea’ un crescente interesse dei Longobardi anche nei confronti della cultura epigrafica, intesa come strumento per manifestare la propria adesione ai valori della migliore classicità, in linea con le istanze politiche e religiose del tempo. Proponendo una lettura da Nord a Sud della documentazione superstite, viene riconosciuta una linea di continuità diacronica nella ‘cultura epigrafica’ espressa tra gli ultimi esponenti del ‘regnum’ nella ‘Langobardia maior’e Arechi II e i suoi successori nel principato beneventano, cogliendo altresì un ulteriore affinamento degli esiti compositivi. Il tramite di tale disegno culturale, finalizzato a dare una visibilità concreta e duratura ad un progetto di costruzione identitaria e di legittimazione politica, si deve riconoscere principalmente in Paolo Diacono, che dopo l’esperienza alla corte bresciana di Desiderio, nella Benevento arechiana dell'ultimo quarto dell'VIII secolo trovò i presupposti favorevoli per lo sviluppo di una autocoscienza storica che necessitava, al contempo, di strumenti per essere trasmessa nel tempo. Ne nacque una scrittura identitaria della 'Gens Bardorum', dalle caratteristiche ben riconoscibili, praticata sia su supporti morbidi, sia su supporti rigidi, di cui si conservano autorevoli testimonianze.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.