Il contributo si propone di esaminare la presenza intrinseca dell'Altro, e del suo specchio riflettente, nell'ambito della sfera intima dell'essere umano. Tale presenza esercita una notevole influenza, rivelandosi come un'origine inaccessibile che si traduce in un'ambiguità irrisolvibile tra corpo e coscienza. Da questa prospettiva ermeneutica, il lavoro si sviluppa in un'analisi critica focalizzata sui processi di soggettivazione caratteristici dell'attuale contesto storico. In particolare, si esamina il modo in cui il corpo umano è divenuto oggetto di consumo, perdendo il legame con la propria radice ontologica in quanto soggetto incarnato. Contestualmente, si analizzano le modalità con cui la società contemporanea, permeata dalle dinamiche del capitalismo tecnocratico, impone una visione omogenea e predefinita del corpo, soffocando così la possibilità di una comprensione autentica della dimensione del Sé e dell'Altro, entrambi inscindibili dalla corporeità esperienziale del soggetto attivo. Si conclude, infine, con una riflessione sul ruolo della filosofia e dell'arte nell'indagare le potenzialità dello specchio della memoria, elemento cruciale del rinnovamento della cultura democratica nel nostro tempo.

Lo specchio dell’altro tra capitalismo digitale e memoria del corpo

Antonio Martone
2024-01-01

Abstract

Il contributo si propone di esaminare la presenza intrinseca dell'Altro, e del suo specchio riflettente, nell'ambito della sfera intima dell'essere umano. Tale presenza esercita una notevole influenza, rivelandosi come un'origine inaccessibile che si traduce in un'ambiguità irrisolvibile tra corpo e coscienza. Da questa prospettiva ermeneutica, il lavoro si sviluppa in un'analisi critica focalizzata sui processi di soggettivazione caratteristici dell'attuale contesto storico. In particolare, si esamina il modo in cui il corpo umano è divenuto oggetto di consumo, perdendo il legame con la propria radice ontologica in quanto soggetto incarnato. Contestualmente, si analizzano le modalità con cui la società contemporanea, permeata dalle dinamiche del capitalismo tecnocratico, impone una visione omogenea e predefinita del corpo, soffocando così la possibilità di una comprensione autentica della dimensione del Sé e dell'Altro, entrambi inscindibili dalla corporeità esperienziale del soggetto attivo. Si conclude, infine, con una riflessione sul ruolo della filosofia e dell'arte nell'indagare le potenzialità dello specchio della memoria, elemento cruciale del rinnovamento della cultura democratica nel nostro tempo.
2024
9791223501269
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/4894616
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