Nel presentare alcuni busti-reliquario poco noti della Costiera Amalfitana, è opportuno tenere presente che essi, che appaiono oggi pezzi inerti nel loro ruolo di oggetto da esposizione museale, erano invece segni tangibili di una ‘presenza’ santa. A questa ‘presenza’ il fedele si appellava in occasione di preghiere private o processioni pubbliche. Il loro uso attraverso i secoli ne ha determinato adattamenti e alterazioni, restituendoci oggi dei pastiches nei quali la ricerca dell’autenticità del singolo pezzo non è ciò che ci deve unicamente interessare, bensì il fatto che tutti questi adattamenti e alterazioni possano raccontare delle storie di lunga durata. Questo approccio è suggerito quando si guarda ad una statua-reliquario emblematica del periodo medievale, la Sainte Foy di Conques, in Occitania. Contenitore delle spoglie di una giovane martire cristiana della Gallia, la statua è uno straordinario pastiche assemblato partendo, curiosamente, da una maschera in oro che raffigura un imperatore tardo-romano, con abbellimenti aggiunti intorno al Mille e nel Basso Medioevo. Probabilmente in origine essa era un busto-reliquiario, proprio come quelli che ci accingiamo ad esaminare . Le sue varie fasi testimoniano un’ininterrotta devozione per secoli, peraltro ancora viva. Il racconto dei miracoli fatti dalla statua-reliquario, racconto risalente a poco dopo il Mille, è accompagnato dalla notazione da parte dell’autore, un erudito chierico, che la tridimensionalità dell’oggetto lo avesse inizialmente insospettito perché contraria alla legge cristiana . L’autore sottolinea però che, benché la cosa non fosse familiare per lui, che proveniva da regioni più a Nord, nella regione in cui si trova Conques fosse consuetudine racchiudere in una «statuam» in oro o argento il capo o altre reliquie corporali di un santo.
Longue durée: alcuni busti-reliquiario della Costa amalfitana tra Medioevo ed Età Contemporanea
Francesca Dell'Acqua
;Dario Cantarella
2019
Abstract
Nel presentare alcuni busti-reliquario poco noti della Costiera Amalfitana, è opportuno tenere presente che essi, che appaiono oggi pezzi inerti nel loro ruolo di oggetto da esposizione museale, erano invece segni tangibili di una ‘presenza’ santa. A questa ‘presenza’ il fedele si appellava in occasione di preghiere private o processioni pubbliche. Il loro uso attraverso i secoli ne ha determinato adattamenti e alterazioni, restituendoci oggi dei pastiches nei quali la ricerca dell’autenticità del singolo pezzo non è ciò che ci deve unicamente interessare, bensì il fatto che tutti questi adattamenti e alterazioni possano raccontare delle storie di lunga durata. Questo approccio è suggerito quando si guarda ad una statua-reliquario emblematica del periodo medievale, la Sainte Foy di Conques, in Occitania. Contenitore delle spoglie di una giovane martire cristiana della Gallia, la statua è uno straordinario pastiche assemblato partendo, curiosamente, da una maschera in oro che raffigura un imperatore tardo-romano, con abbellimenti aggiunti intorno al Mille e nel Basso Medioevo. Probabilmente in origine essa era un busto-reliquiario, proprio come quelli che ci accingiamo ad esaminare . Le sue varie fasi testimoniano un’ininterrotta devozione per secoli, peraltro ancora viva. Il racconto dei miracoli fatti dalla statua-reliquario, racconto risalente a poco dopo il Mille, è accompagnato dalla notazione da parte dell’autore, un erudito chierico, che la tridimensionalità dell’oggetto lo avesse inizialmente insospettito perché contraria alla legge cristiana . L’autore sottolinea però che, benché la cosa non fosse familiare per lui, che proveniva da regioni più a Nord, nella regione in cui si trova Conques fosse consuetudine racchiudere in una «statuam» in oro o argento il capo o altre reliquie corporali di un santo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.