Confrontandosi con la lettura di D'Antuono di Levi e Rosenzweig il saggio mostra come la parola dei sopravvissuti si faccia atto esistenziale e morale, opponendosi al silenzio nichilista di Auschwitz. La parola non descrive solo l’orrore: lo trasforma, ricostruisce l’umano dopo il «non-luogo» del lager, dove erano cancellati tempo, relazioni, identità. La testimonianza diventa così resistenza attiva, denuncia delle complicità e dovere etico-politico. La parola dei sopravvissuti diventa «madre di umanità», capace di dire l’indicibile, evocare profondità senza saturarle, e rompere il silenzio. In questa prospettiva si ricostruisce una continuità tra la testimonianza dei sopravvissuti e la cultura della memoria quale struttura di responsabilità.
‘Sigillo dell’uomo’, ‘madre di umanità’: la parola dei sopravvissuti e la memoria della Shoah
Gianluca Attademo
2025
Abstract
Confrontandosi con la lettura di D'Antuono di Levi e Rosenzweig il saggio mostra come la parola dei sopravvissuti si faccia atto esistenziale e morale, opponendosi al silenzio nichilista di Auschwitz. La parola non descrive solo l’orrore: lo trasforma, ricostruisce l’umano dopo il «non-luogo» del lager, dove erano cancellati tempo, relazioni, identità. La testimonianza diventa così resistenza attiva, denuncia delle complicità e dovere etico-politico. La parola dei sopravvissuti diventa «madre di umanità», capace di dire l’indicibile, evocare profondità senza saturarle, e rompere il silenzio. In questa prospettiva si ricostruisce una continuità tra la testimonianza dei sopravvissuti e la cultura della memoria quale struttura di responsabilità.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.