Il primo libro dell’Odissea ha il compito di presentare alcune situazioni e alcuni luoghi della narrazione che si avvia in medias res: da un lato va rintracciato l’eroe protagonista, ormai da anni ‘prigioniero’ di Calipso, dall’altro vanno mostrate le condizioni in cui si trova la meta del difficoltoso nostos di Odisseo: Itaca. Negli anni di assenza del re, l’isola è cambiata e la peggiore mi- naccia per Ulisse è rappresentata dai Proci, i discendenti delle più nobili famiglie itacesi che si propongono come possibili fu- turi sposi della regina. Grazie alla discesa di Atena dall’Olimpo per raggiungere la reggia di Odisseo e Penelope, il poeta offre un primo ritratto dei pretendenti che ‘occupano’ il palazzo: la loro immoralità si traduce nel consumare il patrimonio, il cibo e il vino del re assente, ma anche nell’oziare giocando con dei sassolini, i pessoi. Fin dall’antichità, i commentatori si sono do- mandati in quale gioco i Proci trascorrano il proprio tempo: obiettivo del presente contributo è mostrare come diverse tra63IL SETTECENTO… IN GIOCO duzioni settecentesche abbiano tentato di rispondere a tale do- manda già prima dell’esegesi moderna e in che modo il tipo di gioco, come ‘immaginato’ dai diversi interpreti, contribuisca al ritratto ‘etico’ dei pretendenti che il poeta vuole dare all’inizio della narrazione.
Giocare a tradurre. Il gioco dei Proci (Od. 1.107) e le traduzioni dell’Odissea nel XVIII secolo
Amendola stefano
2025
Abstract
Il primo libro dell’Odissea ha il compito di presentare alcune situazioni e alcuni luoghi della narrazione che si avvia in medias res: da un lato va rintracciato l’eroe protagonista, ormai da anni ‘prigioniero’ di Calipso, dall’altro vanno mostrate le condizioni in cui si trova la meta del difficoltoso nostos di Odisseo: Itaca. Negli anni di assenza del re, l’isola è cambiata e la peggiore mi- naccia per Ulisse è rappresentata dai Proci, i discendenti delle più nobili famiglie itacesi che si propongono come possibili fu- turi sposi della regina. Grazie alla discesa di Atena dall’Olimpo per raggiungere la reggia di Odisseo e Penelope, il poeta offre un primo ritratto dei pretendenti che ‘occupano’ il palazzo: la loro immoralità si traduce nel consumare il patrimonio, il cibo e il vino del re assente, ma anche nell’oziare giocando con dei sassolini, i pessoi. Fin dall’antichità, i commentatori si sono do- mandati in quale gioco i Proci trascorrano il proprio tempo: obiettivo del presente contributo è mostrare come diverse tra63IL SETTECENTO… IN GIOCO duzioni settecentesche abbiano tentato di rispondere a tale do- manda già prima dell’esegesi moderna e in che modo il tipo di gioco, come ‘immaginato’ dai diversi interpreti, contribuisca al ritratto ‘etico’ dei pretendenti che il poeta vuole dare all’inizio della narrazione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


