Il presente lavoro origina da riflessioni personali nate nel corso del triennio dottorale oltre che da considerazioni di natura professionale che mi hanno indirizzato verso una rilevante ed attuale tematica: “l’uso dei big data nel sistema infrastrutturale italiano. Definizione di un modello per migliorarne la sicurezza e la qualità”. Con il termine “patrimonio infrastrutturale” si fa riferimento alla viabilità e, pertanto, a strade, autostrade, viadotti, cavalcavia stradali, gallerie ferroviarie e stradali, oltre a strutture puntuali come dighe, edifici pubblici e strutture portuali e aeroportuali. Le questioni riguardanti la “salubrità” del patrimonio infrastrutturale italiano (secondo l’accezione poc’anzi dettagliata) sono state oggetto, nel tempo, di un continuo dibattito a vari livelli istituzionali e diversi sono stati gli episodi che hanno evidenziato la necessità di più significativi interventi di manutenzione. Tuttavia, a partire dalla seconda metà del 2018, questa tematica è balzata in modo preponderante all’attenzione pubblica per questioni, purtroppo, legate ad eventi disastrosi1 che hanno generato importanti ricadute sociali (tra le quali perdite di vite umane), ambientali ed economiche, richiedendo una particolare attenzione del Governo italiano. Le misure necessarie dovrebbero (o potrebbero) consistere nel presidiare l’area della sicurezza e della qualità dei servizi strettamente attinenti al patrimonio viario nazionale mediante un attento, capillare e periodico monitoraggio dinamico attraverso cui valutare lo stato delle infrastrutture e pianificare interventi di manutenzione ordinaria e/o straordinaria. Tali interventi si rendono non solo necessari, ma appaiono indispensabili per garantire un adeguato livello di sicurezza dei cittadini oltre ad assicurare la continuità dei flussi di traffico nei collegamenti con l’Europa, da cui dipende una significativa quota della produzione economica dell’Italia. Lo studio è stato circoscritto a specifici elementi costituenti il patrimonio de quo: autostrade, ponti, strade e tunnel. L’elaborato proposto è strutturato in 4 capitoli: − nel primo capitolo è stato affrontato il problema della ricerca, le domande di ricerca e la metodologia impiegata; − nel secondo capitolo, sono stati selezionati e dettagliati il theoretical background e il theoretical framework; − nel terzo capitolo sono stati presentati i due casi di studio, mediante l’impiego di una metodologia qualitativa del multiple case study (Yin. 1983); − nel quarto capitolo, sono state dettagliate le conclusioni del lavoro di tesi. .. [a cura dell'Autore]
L’uso dei big data nel sistema infrastrutturale italiano. Definizione di un modello per migliorarne la sicurezza e la qualità / Donato Liguori , 2022 Aug 05., Anno Accademico 2020 - 2021. [10.14273/unisa-5482].
L’uso dei big data nel sistema infrastrutturale italiano. Definizione di un modello per migliorarne la sicurezza e la qualità
Liguori, Donato
2022
Abstract
Il presente lavoro origina da riflessioni personali nate nel corso del triennio dottorale oltre che da considerazioni di natura professionale che mi hanno indirizzato verso una rilevante ed attuale tematica: “l’uso dei big data nel sistema infrastrutturale italiano. Definizione di un modello per migliorarne la sicurezza e la qualità”. Con il termine “patrimonio infrastrutturale” si fa riferimento alla viabilità e, pertanto, a strade, autostrade, viadotti, cavalcavia stradali, gallerie ferroviarie e stradali, oltre a strutture puntuali come dighe, edifici pubblici e strutture portuali e aeroportuali. Le questioni riguardanti la “salubrità” del patrimonio infrastrutturale italiano (secondo l’accezione poc’anzi dettagliata) sono state oggetto, nel tempo, di un continuo dibattito a vari livelli istituzionali e diversi sono stati gli episodi che hanno evidenziato la necessità di più significativi interventi di manutenzione. Tuttavia, a partire dalla seconda metà del 2018, questa tematica è balzata in modo preponderante all’attenzione pubblica per questioni, purtroppo, legate ad eventi disastrosi1 che hanno generato importanti ricadute sociali (tra le quali perdite di vite umane), ambientali ed economiche, richiedendo una particolare attenzione del Governo italiano. Le misure necessarie dovrebbero (o potrebbero) consistere nel presidiare l’area della sicurezza e della qualità dei servizi strettamente attinenti al patrimonio viario nazionale mediante un attento, capillare e periodico monitoraggio dinamico attraverso cui valutare lo stato delle infrastrutture e pianificare interventi di manutenzione ordinaria e/o straordinaria. Tali interventi si rendono non solo necessari, ma appaiono indispensabili per garantire un adeguato livello di sicurezza dei cittadini oltre ad assicurare la continuità dei flussi di traffico nei collegamenti con l’Europa, da cui dipende una significativa quota della produzione economica dell’Italia. Lo studio è stato circoscritto a specifici elementi costituenti il patrimonio de quo: autostrade, ponti, strade e tunnel. L’elaborato proposto è strutturato in 4 capitoli: − nel primo capitolo è stato affrontato il problema della ricerca, le domande di ricerca e la metodologia impiegata; − nel secondo capitolo, sono stati selezionati e dettagliati il theoretical background e il theoretical framework; − nel terzo capitolo sono stati presentati i due casi di studio, mediante l’impiego di una metodologia qualitativa del multiple case study (Yin. 1983); − nel quarto capitolo, sono state dettagliate le conclusioni del lavoro di tesi. .. [a cura dell'Autore]| File | Dimensione | Formato | |
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