Nella seconda metà degli anni novanta il settore dell’istruzione è stato interessato da numerosi cambiamenti che hanno innescato un processo di trasformazione, ancora in atto, caratterizzato dal passaggio dalla logica di funzionamento di tipo burocratico ed autoreferenziale ad un modello gestionale innovativo, di impronta tipicamente aziendale. Nel nostro Paese, il processo di managerializzazione del sistema delle amministrazioni pubbliche si è ispirato al filone riformistico del “new public management” che ha caratterizzato molti Paesi di common law, al fine di rilanciare il sistema economico attraverso maggiori livelli di produttività e di efficienza del settore pubblico. Il cambiamento è stato favorito anche dalla constatazione delle molteplici criticità manifestate dal modello burocratico-formale, rivelatosi inadeguato a fronteggiare le crescenti sfide della società contemporanea caratterizzata da aumento della complessità e dell’incertezza. Nel settore dell’istruzione una delle innovazioni più profonde è quella dell’autonomia, che ha attribuito alle scuole una maggiore libertà decisionale sotto il profilo didattico, organizzativo, della ricerca, amministrativo e finanziario. L’importanza di tale riconoscimento emerge anche dalla previsione della tutela di rango costituzionale attribuita all’autonomia delle istituzioni scolastiche (art. 117 c. 3 Cost.). Con tale disposizione, il legislatore ha voluto stabilire, in maniera inequivocabile, che tale istituto rappresenta un valore imprescindibile e immodificabile rispetto ad un eventuale ridisegno complessivo del sistema educativo nazionale. La logica conseguenza dell’autonomia è rappresentata dall’esigenza di rendere conto alla propria comunità di riferimento dei risultati conseguiti sulla base delle scelte effettuate, delle attività realizzate e delle risorse utilizzate. Su questo ultimo aspetto vi è un’attenzione crescente da parte dell’opinione pubblica, che è particolarmente interessata alle modalità di utilizzo delle risorse della collettività. L’attività delle istituzioni pubbliche deve essere orientata a creare valore pubblico, a realizzare esternalità positive, ad evitare sprechi ed inefficienze, tenuto conto anche delle problematiche finanziarie dello Stato che hanno comportato una riduzione generalizzata dei finanziamenti pubblici. In questo contesto caratterizzato da siffatta complessità, la scuola ha bisogno di relazioni stabili sia all’interno dell’istituzione attraverso il coinvolgimento e la collaborazione del proprio personale, che all’esterno attraverso l’instaurarsi di relazioni di fiducia con la comunità di riferimento. L’attenzione delle istituzioni scolastiche è orientata, in particolar modo, verso il proprio territorio, soprattutto in vista della ricerca di nuove forme di finanziamento, che si aggiungono a quelle statali. Ciò comporta una maggiore accountability da parte delle istituzioni scolastiche che si esplica attraverso la rendicontazione delle proprie attività. Nel processo di modernizzazione del settore dell’istruzione si riscontra una maggiore attenzione verso gli strumenti della comunicazione. Tra questi il bilancio sociale risponde pienamente all’esigenza di rendere conto in modo unitario del complesso delle attività svolte, nell’ottica della trasparenza e dell’informazione. Infatti, il bilancio sociale si prefigge l’obiettivo di rendere comprensibili le informazioni contenute in diversi documenti istituzionali e di unificarle in un solo documento, in modo da favorire la partecipazione e il controllo da parte dei propri stakeholder. La rendicontazione sociale nel mondo della scuola è un fenomeno recente che sta riguardando soltanto un numero limitato di istituti scolastici, anche se tale valore è destinato a crescere nel tempo. .. [a cura dell'Autore]

La rendicontazione sociale nelle istituzioni scolastiche pubbliche / Emilio Costabile , 2012 Jun 22., Anno Accademico 2010 - 2011. [10.14273/unisa-177].

La rendicontazione sociale nelle istituzioni scolastiche pubbliche

Costabile, Emilio
2012

Abstract

Nella seconda metà degli anni novanta il settore dell’istruzione è stato interessato da numerosi cambiamenti che hanno innescato un processo di trasformazione, ancora in atto, caratterizzato dal passaggio dalla logica di funzionamento di tipo burocratico ed autoreferenziale ad un modello gestionale innovativo, di impronta tipicamente aziendale. Nel nostro Paese, il processo di managerializzazione del sistema delle amministrazioni pubbliche si è ispirato al filone riformistico del “new public management” che ha caratterizzato molti Paesi di common law, al fine di rilanciare il sistema economico attraverso maggiori livelli di produttività e di efficienza del settore pubblico. Il cambiamento è stato favorito anche dalla constatazione delle molteplici criticità manifestate dal modello burocratico-formale, rivelatosi inadeguato a fronteggiare le crescenti sfide della società contemporanea caratterizzata da aumento della complessità e dell’incertezza. Nel settore dell’istruzione una delle innovazioni più profonde è quella dell’autonomia, che ha attribuito alle scuole una maggiore libertà decisionale sotto il profilo didattico, organizzativo, della ricerca, amministrativo e finanziario. L’importanza di tale riconoscimento emerge anche dalla previsione della tutela di rango costituzionale attribuita all’autonomia delle istituzioni scolastiche (art. 117 c. 3 Cost.). Con tale disposizione, il legislatore ha voluto stabilire, in maniera inequivocabile, che tale istituto rappresenta un valore imprescindibile e immodificabile rispetto ad un eventuale ridisegno complessivo del sistema educativo nazionale. La logica conseguenza dell’autonomia è rappresentata dall’esigenza di rendere conto alla propria comunità di riferimento dei risultati conseguiti sulla base delle scelte effettuate, delle attività realizzate e delle risorse utilizzate. Su questo ultimo aspetto vi è un’attenzione crescente da parte dell’opinione pubblica, che è particolarmente interessata alle modalità di utilizzo delle risorse della collettività. L’attività delle istituzioni pubbliche deve essere orientata a creare valore pubblico, a realizzare esternalità positive, ad evitare sprechi ed inefficienze, tenuto conto anche delle problematiche finanziarie dello Stato che hanno comportato una riduzione generalizzata dei finanziamenti pubblici. In questo contesto caratterizzato da siffatta complessità, la scuola ha bisogno di relazioni stabili sia all’interno dell’istituzione attraverso il coinvolgimento e la collaborazione del proprio personale, che all’esterno attraverso l’instaurarsi di relazioni di fiducia con la comunità di riferimento. L’attenzione delle istituzioni scolastiche è orientata, in particolar modo, verso il proprio territorio, soprattutto in vista della ricerca di nuove forme di finanziamento, che si aggiungono a quelle statali. Ciò comporta una maggiore accountability da parte delle istituzioni scolastiche che si esplica attraverso la rendicontazione delle proprie attività. Nel processo di modernizzazione del settore dell’istruzione si riscontra una maggiore attenzione verso gli strumenti della comunicazione. Tra questi il bilancio sociale risponde pienamente all’esigenza di rendere conto in modo unitario del complesso delle attività svolte, nell’ottica della trasparenza e dell’informazione. Infatti, il bilancio sociale si prefigge l’obiettivo di rendere comprensibili le informazioni contenute in diversi documenti istituzionali e di unificarle in un solo documento, in modo da favorire la partecipazione e il controllo da parte dei propri stakeholder. La rendicontazione sociale nel mondo della scuola è un fenomeno recente che sta riguardando soltanto un numero limitato di istituti scolastici, anche se tale valore è destinato a crescere nel tempo. .. [a cura dell'Autore]
22-giu-2012
Economia e direzione delle aziende pubbliche
Bilancio sociale
Adinolfi, Paola
Frassetto, Gian Franco
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/4923632
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