La presente tesi di dottorato consiste in uno studio sistematico su una parte della storia del platonismo. In particolare, il lavoro si propone di analizzare il concetto di demiurgia così come viene sviluppato tra il Medio e il Neoplatonismo, mettendo a confronto il pensiero di Numenio di Apamea e quello di Plotino. La tesi si divide in tre capitoli e un’introduzione; in quest’ultima vengono delineati alcuni aspetti problematici dell’esegesi del Timeo nella storia del Platonismo. I primi due capitoli analizzano, rispettivamente, il pensiero di Numenio e Plotino, mentre il terzo è dedicato a un confronto sistematico tra i due filosofi. Nel primo capitolo viene analizzato in primis il ruolo di Numenio all’interno della tradizione platonica, discutendo la cosiddetta tesi dell’orientalismo mentre, in secondo luogo, viene presa in esame la questione del dualismo monade/ diade. In seguito, vengono approfonditi il ruolo dell’esegesi del Timeo e della Repubblica, la natura del primo dio e quella del dio demiurgo. Sebbene all’interno della gerarchia teologica di Numenio il demiurgo occupi principalmente il ruolo di secondo dio, la natura demiurgica caratterizza tuttavia anche il terzo livello di realtà. La conclusione è che, per Numenio, il primo dio non agisce come demiurgo, in quanto totalmente inattivo, mentre il secondo e il terzo dio costituiscono due livelli di realtà distinti i quali realizzano la demiurgia come processo unitario, in quanto, rispettivamente, causa paradigmatica e causa efficiente. Questa unità dell’azione demiurgica giustifica la definizione del secondo e del terzo dio come “uno”. Il secondo capitolo è invece dedicato interamente a Plotino. In primo luogo, viene analizzata la cosiddetta esegesi metaforica del Timeo e le difficoltà che emergono dall’interpretazione del dialogo da parte di Plotino. In secondo luogo, viene presa in esame la critica plotiniana alla concezione gnostica del demiurgo. La parte più consistente del capitolo è dedicata all’analisi del concetto di demiurgia alla luce delle tre ipostasi, a partire da una testimonianza dal Commento al Timeo di Proclo e dell’analisi del teonimo “Zeus”. Si indaga, infatti, quale delle tre ipostasi potrebbe essere identificata con il demiurgo. Si dimostra infatti come l’Uno plotiniano non possa essere il demiurgo, alla luce della sua assoluta trascendenza. Da una lettura dei passi delle Enneadi dedicati alla demiurgia emerge come, per Plotino, il demiurgo sia tanto l’Intelletto (funzione paradigmatica) quanto l’Anima che, attraverso la Natura e i logoi, assolve al compito cosmopoietico della demiurgia. L’analisi condotta sembra suggerire che in Plotino sia effettivamente possibile parlare di un doppio livello della demiurgia. L’ultimo capitolo è, come detto, dedicato a un confronto sistematico tra Numenio e Plotino. In primis, viene presa in esame la nozione di primo di principio e dimostrato come l’Uno plotiniano sia caratterizzato da una trascendenza radicale rispetto al primo dio di Numenio. In secundis, viene analizzato il capitolo VI del trattato 33 delle Enneadi mostrando come, nella critica agli gnostici, sia possibile fare riferimento a una dottrina che potrebbe essere riconducibile a quella di Numenio. Infine, viene proposta un’analisi comparativa tra i due autori sulla base del concetto di demiurgo in cui si giunge alla conclusione che la concezione della “doppia” demiurgia da parte di Numenio possa avere avuto un’influenza decisiva su quella di Plotino. [a cura dell'Autore]
Dio, Intelletto, Anima: la figura del demiurgo come problema esegetico e metafisico in Numenio e Plotino , 2021 Jul 31., Anno Accademico 2019 - 2020. [10.14273/unisa-4337].
Dio, Intelletto, Anima: la figura del demiurgo come problema esegetico e metafisico in Numenio e Plotino
-
2021
Abstract
La presente tesi di dottorato consiste in uno studio sistematico su una parte della storia del platonismo. In particolare, il lavoro si propone di analizzare il concetto di demiurgia così come viene sviluppato tra il Medio e il Neoplatonismo, mettendo a confronto il pensiero di Numenio di Apamea e quello di Plotino. La tesi si divide in tre capitoli e un’introduzione; in quest’ultima vengono delineati alcuni aspetti problematici dell’esegesi del Timeo nella storia del Platonismo. I primi due capitoli analizzano, rispettivamente, il pensiero di Numenio e Plotino, mentre il terzo è dedicato a un confronto sistematico tra i due filosofi. Nel primo capitolo viene analizzato in primis il ruolo di Numenio all’interno della tradizione platonica, discutendo la cosiddetta tesi dell’orientalismo mentre, in secondo luogo, viene presa in esame la questione del dualismo monade/ diade. In seguito, vengono approfonditi il ruolo dell’esegesi del Timeo e della Repubblica, la natura del primo dio e quella del dio demiurgo. Sebbene all’interno della gerarchia teologica di Numenio il demiurgo occupi principalmente il ruolo di secondo dio, la natura demiurgica caratterizza tuttavia anche il terzo livello di realtà. La conclusione è che, per Numenio, il primo dio non agisce come demiurgo, in quanto totalmente inattivo, mentre il secondo e il terzo dio costituiscono due livelli di realtà distinti i quali realizzano la demiurgia come processo unitario, in quanto, rispettivamente, causa paradigmatica e causa efficiente. Questa unità dell’azione demiurgica giustifica la definizione del secondo e del terzo dio come “uno”. Il secondo capitolo è invece dedicato interamente a Plotino. In primo luogo, viene analizzata la cosiddetta esegesi metaforica del Timeo e le difficoltà che emergono dall’interpretazione del dialogo da parte di Plotino. In secondo luogo, viene presa in esame la critica plotiniana alla concezione gnostica del demiurgo. La parte più consistente del capitolo è dedicata all’analisi del concetto di demiurgia alla luce delle tre ipostasi, a partire da una testimonianza dal Commento al Timeo di Proclo e dell’analisi del teonimo “Zeus”. Si indaga, infatti, quale delle tre ipostasi potrebbe essere identificata con il demiurgo. Si dimostra infatti come l’Uno plotiniano non possa essere il demiurgo, alla luce della sua assoluta trascendenza. Da una lettura dei passi delle Enneadi dedicati alla demiurgia emerge come, per Plotino, il demiurgo sia tanto l’Intelletto (funzione paradigmatica) quanto l’Anima che, attraverso la Natura e i logoi, assolve al compito cosmopoietico della demiurgia. L’analisi condotta sembra suggerire che in Plotino sia effettivamente possibile parlare di un doppio livello della demiurgia. L’ultimo capitolo è, come detto, dedicato a un confronto sistematico tra Numenio e Plotino. In primis, viene presa in esame la nozione di primo di principio e dimostrato come l’Uno plotiniano sia caratterizzato da una trascendenza radicale rispetto al primo dio di Numenio. In secundis, viene analizzato il capitolo VI del trattato 33 delle Enneadi mostrando come, nella critica agli gnostici, sia possibile fare riferimento a una dottrina che potrebbe essere riconducibile a quella di Numenio. Infine, viene proposta un’analisi comparativa tra i due autori sulla base del concetto di demiurgo in cui si giunge alla conclusione che la concezione della “doppia” demiurgia da parte di Numenio possa avere avuto un’influenza decisiva su quella di Plotino. [a cura dell'Autore]| File | Dimensione | Formato | |
|---|---|---|---|
|
160872328843270658117118024912047493926.pdf
accesso aperto
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
185.49 kB
Formato
Adobe PDF
|
185.49 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
|
23505831314624233448549827819942120578.pdf
accesso aperto
Tipologia:
Altro materiale allegato
Dimensione
2.21 MB
Formato
Adobe PDF
|
2.21 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


