Il progetto intende indagare i meccanismi di riscrittura delle funzioni socioeconomiche che investirono la città di Napoli durante il ventennio fascista nel più ampio quadro di proiezione mediterranea e coloniale immaginata dal regime. Lo scopo è quello di comprendere se, al di là del piano retorico, gli slogan «regina del Mediterraneo» negli anni Venti e «porto dell’impero» negli anni Trenta promossero una specifica visione di città da realizzare sia a livello infrastrutturale con i lavori al porto, sia a livello di hinterland economico con la “valorizzazione” dei beni provenienti dalle colonie. Per rispondere a questo interrogativo si è scelto di usare come chiave interpretativa il concetto di trittico portuale formulato per la prima volta da André Vigarié. Nello specifico, il porto e la città non sono analizzati in chiave “statica” limitandosi ad osservare il quantitativo di materiale imbarcato e sbarcato nel porto in funzione dei collegamenti con le colonie. Si è scelta una visione dinamica e relazionale, che fuoriuscisse metaforicamente dai confini fisici del porto. Ciò ha comportato, da un lato, la ricerca di un possibile hinterland economico nell’area napoletana che facesse uso di prodotti coloniali in transito dal porto. Dall’altro lato, invece, si è avviato uno studio dell’andamento della geografia delle rotte nel corso del ventennio tra Napoli e l’Oltremare per valutare se concretamente il fascismo promosse il porto napoletano come scalo di riferimento per questo tipo di collegamenti. Il terzo elemento dello schema interpretativo, centrale sotto diversi punti di vista, è l’agency dei gruppi socioeconomici della città interessati a valorizzare questa prospettiva di sviluppo urbano. In questo contesto per agency si intende la capacità di promuovere, tramite iniziative sul territorio (fiere campionarie, borse merci, riviste specializzate) e i canali istituzionali (memorandum, petizioni, progetti), l’idea di Napoli come città «mediterranea e delle colonie». [a cura dell'Autore]
Mobilitazione politico-economica urbana e progetto imperiale fascista: il caso napoletano / Dario Salvatore , 2022 Jun 01., Anno Accademico 2020 - 2021. [10.14273/unisa-5514].
Mobilitazione politico-economica urbana e progetto imperiale fascista: il caso napoletano
Salvatore, Dario
2022
Abstract
Il progetto intende indagare i meccanismi di riscrittura delle funzioni socioeconomiche che investirono la città di Napoli durante il ventennio fascista nel più ampio quadro di proiezione mediterranea e coloniale immaginata dal regime. Lo scopo è quello di comprendere se, al di là del piano retorico, gli slogan «regina del Mediterraneo» negli anni Venti e «porto dell’impero» negli anni Trenta promossero una specifica visione di città da realizzare sia a livello infrastrutturale con i lavori al porto, sia a livello di hinterland economico con la “valorizzazione” dei beni provenienti dalle colonie. Per rispondere a questo interrogativo si è scelto di usare come chiave interpretativa il concetto di trittico portuale formulato per la prima volta da André Vigarié. Nello specifico, il porto e la città non sono analizzati in chiave “statica” limitandosi ad osservare il quantitativo di materiale imbarcato e sbarcato nel porto in funzione dei collegamenti con le colonie. Si è scelta una visione dinamica e relazionale, che fuoriuscisse metaforicamente dai confini fisici del porto. Ciò ha comportato, da un lato, la ricerca di un possibile hinterland economico nell’area napoletana che facesse uso di prodotti coloniali in transito dal porto. Dall’altro lato, invece, si è avviato uno studio dell’andamento della geografia delle rotte nel corso del ventennio tra Napoli e l’Oltremare per valutare se concretamente il fascismo promosse il porto napoletano come scalo di riferimento per questo tipo di collegamenti. Il terzo elemento dello schema interpretativo, centrale sotto diversi punti di vista, è l’agency dei gruppi socioeconomici della città interessati a valorizzare questa prospettiva di sviluppo urbano. In questo contesto per agency si intende la capacità di promuovere, tramite iniziative sul territorio (fiere campionarie, borse merci, riviste specializzate) e i canali istituzionali (memorandum, petizioni, progetti), l’idea di Napoli come città «mediterranea e delle colonie». [a cura dell'Autore]I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


