La presente ricerca si concentra sulla tradizione della Commedia ascritta al «copista di Parm», attivo a Firenze dalla metà del terzo decennio del Trecento fino alla fine del quarto. Dopo aver passato in rassegna le più antiche attestazioni della Commedia giunte fino a noi, viene tracciata una cronologia dei codici sopravvissuti trascritti tra il 1325/6 ed il 1339/40 e, quindi, dei codici ascritti al «copista di Parm». I codici in questione sono stati spogliati sui loci critici di Michele Barbi e Giorgio Petrocchi e, sulla base della cronologia dei testimoni, ne sono state indicate le innovazioni. Considerando tuttavia gli scarsi accordi del gruppo emersi dalle collazioni e la recente riqualificazione cronologica del Rehd. 227 (Marin 2017), è stato condotto lo spoglio integrale del codice. Notevole è il riscontro dell’utilizzo della forma lucchese giouo (cioè giovo, ‘giogo’ monte; cfr. Castellani 2000: 338 nota 166) ad Inf. XXVII 30. Tra gli accordi col gruppo di Parm si segnala soprattutto la lezione compa - o co(m)pa - a Par. VIII 12, errore che mostra chiaramente l'esistenza di un antigrafo comune al gruppo. L’ultima parte affronta l’analisi della lingua del codice Parm. Le forme, desunte dallo studio di Francesca Geymonat (2007) sulla lingua di Francesco di ser Nardo da Barberino, sono state individuate in tutte le occorrenze dell'edizione Petrocchi. Sebbene Parm appaia in linea con i fenomeni fiorentini del Trecento (Manni 2003: 35-41), emergono alcuni tratti occidentali, o comunque extra-fiorentini. Ad ogni modo, la collazione integrale del testimone potrà fare maggior chiarezza e mettere in luce ulteriori tratti comuni all’area occidentale. In Appendice la trascrizione diplomatico-interpretativa dell’Inferno nel codice Parm. 3285 ed il confronto tra l'edizione dell'Inferno di Federico Sanguineti (2020) e il ms. Parm. 3285. [a cura dell'Autore]
Il "copista di Parm" / Silvio Melchionda , 2021 Feb 14., Anno Accademico 2019 - 2020. [10.14273/unisa-4661].
Il "copista di Parm"
Melchionda, Silvio
2021
Abstract
La presente ricerca si concentra sulla tradizione della Commedia ascritta al «copista di Parm», attivo a Firenze dalla metà del terzo decennio del Trecento fino alla fine del quarto. Dopo aver passato in rassegna le più antiche attestazioni della Commedia giunte fino a noi, viene tracciata una cronologia dei codici sopravvissuti trascritti tra il 1325/6 ed il 1339/40 e, quindi, dei codici ascritti al «copista di Parm». I codici in questione sono stati spogliati sui loci critici di Michele Barbi e Giorgio Petrocchi e, sulla base della cronologia dei testimoni, ne sono state indicate le innovazioni. Considerando tuttavia gli scarsi accordi del gruppo emersi dalle collazioni e la recente riqualificazione cronologica del Rehd. 227 (Marin 2017), è stato condotto lo spoglio integrale del codice. Notevole è il riscontro dell’utilizzo della forma lucchese giouo (cioè giovo, ‘giogo’ monte; cfr. Castellani 2000: 338 nota 166) ad Inf. XXVII 30. Tra gli accordi col gruppo di Parm si segnala soprattutto la lezione compa - o co(m)pa - a Par. VIII 12, errore che mostra chiaramente l'esistenza di un antigrafo comune al gruppo. L’ultima parte affronta l’analisi della lingua del codice Parm. Le forme, desunte dallo studio di Francesca Geymonat (2007) sulla lingua di Francesco di ser Nardo da Barberino, sono state individuate in tutte le occorrenze dell'edizione Petrocchi. Sebbene Parm appaia in linea con i fenomeni fiorentini del Trecento (Manni 2003: 35-41), emergono alcuni tratti occidentali, o comunque extra-fiorentini. Ad ogni modo, la collazione integrale del testimone potrà fare maggior chiarezza e mettere in luce ulteriori tratti comuni all’area occidentale. In Appendice la trascrizione diplomatico-interpretativa dell’Inferno nel codice Parm. 3285 ed il confronto tra l'edizione dell'Inferno di Federico Sanguineti (2020) e il ms. Parm. 3285. [a cura dell'Autore]I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


