L'identità sembra essere il punto critico in cui si riversano le tensioni del corpo sociale durante le fasi di crisi, ma anche la base da cui spesso si riparte verso nuove conquiste culturali, politiche e scientifiche. Il sé è un concetto che si plasma senza sosta assumendo i tratti che di volta in volta gli permettono di interfacciarsi con il piano oggettuale, con fenomeni del pensiero e della tecnica che costituiscono gli universi di riferimento in cui si compie la nostra vicenda. Fenomeni che talvolta possono apparire scontati, metabolizzati, ma che non smettono di ragguagliarci su noi stessi e sui nostri profili identitari. Come nel caso della costruzione di un'idea condivisa di natura. La natura ha gradualmente assunto le caratteristiche di un costrutto utilizzato per esercitare il controllo sulle risorse, sul sapere, sui corpi. Terreni di battaglia sopra cui condurre logoranti guerre di potere facendo leva sulle armi della retorica, da brandire di volta in volta di fronte a delicati temi come la bioetica, il fine-vita, l'aborto e il divorzio, la sessualità e l'etnia. La natura non è mai “semplicemente” physis, e si carica di una serie di accezioni e di influenze nuove, derivanti dall'ambiente intellettuale, più che fisico. Da un lato abbiamo sviluppato un'idea di natura come luogo intangibile, letteralmente utopico, in cui fare ritorno, un vero e proprio antitodo nostalgico alla freddezza metallica della Macchina; dall'altro nei processi culturali moderni e contemporanei è possibile rintracciare un'idea di natura diametralmente opposta e coesistente a quella appena illustrata. Vicino al tratto utopico del “luogo perduto” trova luogo una rappresentazione mediatica legata alla natura intesa come ambiente ostile, disastroso. Il Disastro rappresenta in questo caso l'inquietudine connessa alla discontinuità dei tratti collaborativi propri dell'interazione sociale, una instabilità minacciosa e potenzialmente catastrofica che viene rappresentata tramite l'ammutinamento del Selvaggio. .. [a cura dell'Autore]

Shared identities. Scambi, rappresentazioni, media e consumi culturali delle soggettività contemporanee / Vincenzo Bernabei , 2015 Apr 20., Anno Accademico 2009 - 2010.

Shared identities. Scambi, rappresentazioni, media e consumi culturali delle soggettività contemporanee

Bernabei, Vincenzo
2015

Abstract

L'identità sembra essere il punto critico in cui si riversano le tensioni del corpo sociale durante le fasi di crisi, ma anche la base da cui spesso si riparte verso nuove conquiste culturali, politiche e scientifiche. Il sé è un concetto che si plasma senza sosta assumendo i tratti che di volta in volta gli permettono di interfacciarsi con il piano oggettuale, con fenomeni del pensiero e della tecnica che costituiscono gli universi di riferimento in cui si compie la nostra vicenda. Fenomeni che talvolta possono apparire scontati, metabolizzati, ma che non smettono di ragguagliarci su noi stessi e sui nostri profili identitari. Come nel caso della costruzione di un'idea condivisa di natura. La natura ha gradualmente assunto le caratteristiche di un costrutto utilizzato per esercitare il controllo sulle risorse, sul sapere, sui corpi. Terreni di battaglia sopra cui condurre logoranti guerre di potere facendo leva sulle armi della retorica, da brandire di volta in volta di fronte a delicati temi come la bioetica, il fine-vita, l'aborto e il divorzio, la sessualità e l'etnia. La natura non è mai “semplicemente” physis, e si carica di una serie di accezioni e di influenze nuove, derivanti dall'ambiente intellettuale, più che fisico. Da un lato abbiamo sviluppato un'idea di natura come luogo intangibile, letteralmente utopico, in cui fare ritorno, un vero e proprio antitodo nostalgico alla freddezza metallica della Macchina; dall'altro nei processi culturali moderni e contemporanei è possibile rintracciare un'idea di natura diametralmente opposta e coesistente a quella appena illustrata. Vicino al tratto utopico del “luogo perduto” trova luogo una rappresentazione mediatica legata alla natura intesa come ambiente ostile, disastroso. Il Disastro rappresenta in questo caso l'inquietudine connessa alla discontinuità dei tratti collaborativi propri dell'interazione sociale, una instabilità minacciosa e potenzialmente catastrofica che viene rappresentata tramite l'ammutinamento del Selvaggio. .. [a cura dell'Autore]
20-apr-2015
Scienze della comunicazione
Consumi
Media
Identità
Laudanna, Alessandro
Brancato, Sergio
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/4924564
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