L’obiettivo principale del presente lavoro è quello di formalizzare il contatto tra la letteratura canonica, appartenente alla ‘tradizione’, e il nuovo panorama della letteratura della migrazione in lingua tedesca. Prima di approdare alla questione della ripensabilità del canone di lingua tedesca, viene presentata una riflessione generale sulle teorie e sui sistemi della letteratura canonica, intesa come risultato di un connubio tra l’aspetto della memoria (culturale e letteraria) e il concetto di giudizio valoriale. Si intende, quindi, rivelare da una parte la problematicità euristica della letteratura canonica e dall’altra gli orizzonti di ridefinizione e di contaminazione cui la stessa è esposta. Partendo dall’interrogativo dell’utilità e della necessità di un canone letterario oggi, vengono passate in rassegna le teorie sulle pratiche del ricordo e del giudizio che hanno influenzato e modellato l’immagine della letteratura ‘tradizionale’ e ‘classica’. A questi ultimi due aspetti vengono dedicate le riflessioni nel secondo capitolo, in cui, dopo aver definito le relazioni tra la classicità e la canonicità, l’attenzione è rivolta a due contributi fondamentali nel campo delle teorie della letteratura canonica: Harold Bloom con il suo Western canon e Marcel Reich–Ranicki con il monumentale progetto dal titolo Der Kanon. Lo studio del caso di Reich–Ranicki permette un primo confronto con la questione canonica e tradizionale nei paesi tedescofoni, che diventerà oggetto vero e proprio di riflessione nel terzo capitolo. Nella terza sezione del presente lavoro viene, infatti, fornita una panoramica dei processi di denormativizzazione del concetto di ‘tradizione letteraria’, prendendo le mosse da una parte dalla presenza degli autori della cosiddetta Migrationsliteratur nel panorama letterario tedescofono, e dall’altra delle contaminazioni culturali e sociologiche nel panorama internazionale. È in tale quadro concettuale che si inseriscono le analisi testuali condotte. Nella prima riflessione analitica viene affrontata l’influenza testuale ed estetica dell’opera di Franz Kafka nei testi dell’autrice Yoko Tawada, anticipando l’analisi di alcuni testi in cui emergono chiaramente rimandi e ripensamenti del canone stilistico kafkiano con una riflessione sulle rappresentazioni dell’alterità e dell’estraneità: una premessa teorica che si è resa necessaria data l’assenza di una vera e propria letteratura scientifica di riferimento. Nell’ambito del confronto letterario tra Kafka e Tawada ci si è focalizzati in particolare su due opere del Frühwerk dell’autrice nippo-tedesca, Das Bad (1989) e Ein Gast (1993), inserite in un circolo dialogico con quel modo di scrivere e pensare il mondo che oggi identifichiamo come kafkiano. La seconda analisi testuale è incentrata sulla conclamata influenza dell’opera di Brecht nella scrittura dell’autrice turco-tedesca Emine Sevgi Özdamar. Al fine di restituire un’immagine eterogenea di tale influenza sono state analizzate due opere: una in prosa, Seltsame Sterne starren zur Erde (2003), e una piéce teatrale, Perikizi. Ein Traumspiel (2010). [a cura dell'Autore]

Interferenze con la tradizione e intertestualità in Yoko Tawada e Emine Sevgi Özdamar / Eriberto Russo , 2018 Dec 14., Anno Accademico 2016 - 2017. [10.14273/unisa-2590].

Interferenze con la tradizione e intertestualità in Yoko Tawada e Emine Sevgi Özdamar

Russo, Eriberto
2018

Abstract

L’obiettivo principale del presente lavoro è quello di formalizzare il contatto tra la letteratura canonica, appartenente alla ‘tradizione’, e il nuovo panorama della letteratura della migrazione in lingua tedesca. Prima di approdare alla questione della ripensabilità del canone di lingua tedesca, viene presentata una riflessione generale sulle teorie e sui sistemi della letteratura canonica, intesa come risultato di un connubio tra l’aspetto della memoria (culturale e letteraria) e il concetto di giudizio valoriale. Si intende, quindi, rivelare da una parte la problematicità euristica della letteratura canonica e dall’altra gli orizzonti di ridefinizione e di contaminazione cui la stessa è esposta. Partendo dall’interrogativo dell’utilità e della necessità di un canone letterario oggi, vengono passate in rassegna le teorie sulle pratiche del ricordo e del giudizio che hanno influenzato e modellato l’immagine della letteratura ‘tradizionale’ e ‘classica’. A questi ultimi due aspetti vengono dedicate le riflessioni nel secondo capitolo, in cui, dopo aver definito le relazioni tra la classicità e la canonicità, l’attenzione è rivolta a due contributi fondamentali nel campo delle teorie della letteratura canonica: Harold Bloom con il suo Western canon e Marcel Reich–Ranicki con il monumentale progetto dal titolo Der Kanon. Lo studio del caso di Reich–Ranicki permette un primo confronto con la questione canonica e tradizionale nei paesi tedescofoni, che diventerà oggetto vero e proprio di riflessione nel terzo capitolo. Nella terza sezione del presente lavoro viene, infatti, fornita una panoramica dei processi di denormativizzazione del concetto di ‘tradizione letteraria’, prendendo le mosse da una parte dalla presenza degli autori della cosiddetta Migrationsliteratur nel panorama letterario tedescofono, e dall’altra delle contaminazioni culturali e sociologiche nel panorama internazionale. È in tale quadro concettuale che si inseriscono le analisi testuali condotte. Nella prima riflessione analitica viene affrontata l’influenza testuale ed estetica dell’opera di Franz Kafka nei testi dell’autrice Yoko Tawada, anticipando l’analisi di alcuni testi in cui emergono chiaramente rimandi e ripensamenti del canone stilistico kafkiano con una riflessione sulle rappresentazioni dell’alterità e dell’estraneità: una premessa teorica che si è resa necessaria data l’assenza di una vera e propria letteratura scientifica di riferimento. Nell’ambito del confronto letterario tra Kafka e Tawada ci si è focalizzati in particolare su due opere del Frühwerk dell’autrice nippo-tedesca, Das Bad (1989) e Ein Gast (1993), inserite in un circolo dialogico con quel modo di scrivere e pensare il mondo che oggi identifichiamo come kafkiano. La seconda analisi testuale è incentrata sulla conclamata influenza dell’opera di Brecht nella scrittura dell’autrice turco-tedesca Emine Sevgi Özdamar. Al fine di restituire un’immagine eterogenea di tale influenza sono state analizzate due opere: una in prosa, Seltsame Sterne starren zur Erde (2003), e una piéce teatrale, Perikizi. Ein Traumspiel (2010). [a cura dell'Autore]
14-dic-2018
Studi letterari, linguistici e storici
Perrone Capano, Lucia
Pinto, Carmine
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/4926881
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