La polifunzionalità dell'animale nell'uso plutarcheo è dato inconfutabile: esso può essere al centro di studi di matrice pseudo-scientifica ed etologica; può essere un simbolo, una metafora, l'oggetto di una similitudine, un instrumentum di cui l'autore si serve per confutare le proprie idee e per persuadere il lettore, l'oggetto di spunti filo-animalistici. Interessante è stata la rilevazione del riuso del repertorio zoologico, adattato dal Cheronese, di volta in volta, alla tesi che vuole dimostrare. in altre parole, il repertorio zoologico sovente viene riusato con un utilizzo altro dalla sua origine e viene forzato ad assumere quelle caratteristiche che all'autore servono. Il paragrafo conclusivo del II capitolo è dedicato all'analisi del lessico zoologico plutarcheo: sono stati rilevati i neologismi, gli hepax, i tecnicismi zoologici ed è stata evidenziata la possibile incidenza del lessico zoologico aristotelico su quello plutarcheo. Nel III capitolo si è atteso alla schedatura degli animali: la catalogazione degli animali presenti nel corpus plutarcheo - limitata alla lettera α - avviene mediante schede fisse ed è riferita all' intero corpus plutarcheo. Ogni scheda è articolata in tre livelli: l) analisi testuale 2) analisi zoologica 3) analisi lessicale. II primo livello comprende l'analisi del contesto e l'analisi della funzione dell'animale nel passo, il secondo include la classificazione della specie e il genere dell'animale, le associazioni zoologiche, le affordances; il terzo comprende l'analisi lessicale, utile a comprendere in quale modo Plutarco parli degli animali: sono stati rilevati i tecnicismi specifici (termini che indicano concetti specifici del settore zoologico) ed i tecnicismi collaterali (varianti determinate dal settore zoologico). [a cura dell’Autore]

Il lessico zoologico plutarcheo: lettera α / Gabriella Guarino , 2011 Apr 18., Anno Accademico 2009 - 2010.

Il lessico zoologico plutarcheo: lettera α

Guarino, Gabriella
2011

Abstract

La polifunzionalità dell'animale nell'uso plutarcheo è dato inconfutabile: esso può essere al centro di studi di matrice pseudo-scientifica ed etologica; può essere un simbolo, una metafora, l'oggetto di una similitudine, un instrumentum di cui l'autore si serve per confutare le proprie idee e per persuadere il lettore, l'oggetto di spunti filo-animalistici. Interessante è stata la rilevazione del riuso del repertorio zoologico, adattato dal Cheronese, di volta in volta, alla tesi che vuole dimostrare. in altre parole, il repertorio zoologico sovente viene riusato con un utilizzo altro dalla sua origine e viene forzato ad assumere quelle caratteristiche che all'autore servono. Il paragrafo conclusivo del II capitolo è dedicato all'analisi del lessico zoologico plutarcheo: sono stati rilevati i neologismi, gli hepax, i tecnicismi zoologici ed è stata evidenziata la possibile incidenza del lessico zoologico aristotelico su quello plutarcheo. Nel III capitolo si è atteso alla schedatura degli animali: la catalogazione degli animali presenti nel corpus plutarcheo - limitata alla lettera α - avviene mediante schede fisse ed è riferita all' intero corpus plutarcheo. Ogni scheda è articolata in tre livelli: l) analisi testuale 2) analisi zoologica 3) analisi lessicale. II primo livello comprende l'analisi del contesto e l'analisi della funzione dell'animale nel passo, il secondo include la classificazione della specie e il genere dell'animale, le associazioni zoologiche, le affordances; il terzo comprende l'analisi lessicale, utile a comprendere in quale modo Plutarco parli degli animali: sono stati rilevati i tecnicismi specifici (termini che indicano concetti specifici del settore zoologico) ed i tecnicismi collaterali (varianti determinate dal settore zoologico). [a cura dell’Autore]
18-apr-2011
Filologia classica
Plutarco
Zoologia
Volpe Cacciatore, Paola
Esposito, Paolo
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/4926969
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