Il testo si struttura in due parti. La prima (Introduzione ad una psicopedagogia della relazionalità) ripresenta, pur con integrazioni e modifiche, ricapitolazioni, aggiornamenti o inevitabili tagli, la problematica già presente nel testo del 1996, di cui conserva, per così dire, il carattere di bozza o canovaccio, in cui va emergendo la complessa rete epistemica/sistemica della relazionalità intergenerazionale e interpersonale: dalla genesi e sviluppo della psicologia dell’educazione alla rete concettuale della psicopedagogia della relazionalità; alla psicopedagogia relazionale nella progettazione sociale, nel contesto familiare, nei contesti formativi organizzativi. Da tale angolo privilegiato di studio l’identità personale sembra emergere dalle relazionalità e reciprocità comunicative che ne fondano (consentendola e/o limitandola) l’affermazione personale: dalla quasi totale dipendenza infantile della relazione filiale alla graduale e relativa indipendenza delle relazionalità adulte orizzontali. La seconda parte (Per una psicopedagogia relazionale dello sviluppo umano) tenta un’analisi della ricerca psico-educativa, segnata, insieme, da complessità epistemologica e tensione ermeneutica, e propone un’ipotesi educativa che dall’intersoggettività costitutiva tenda alla relazionalità responsabile. La stessa complessità segna l’analisi teoretica e la ricerca sperimentale intorno al gioco, esigendo, ancora una volta, un approccio ermeneutico che qui è condotto attraverso le tracce del modello relazionale dello sviluppo umano. In questa parte si propone (e problematizza), dunque, una sorta di ermeneutica della relazionalità responsabile, evidenziando un tentativo di scrittura, nei contesti privati come in quelli pubblici, di un testo definibile oltre l’abuso, oltre ogni forma di abuso relazionale. Così, in un’impossibile quanta irrinunciabile ricerca di integrazione tra aspetti sistemici ed epistemici, prassici e teorici, strutturali e progettuali, operativi ed utopici, si propone un’idea di educabilità/umanità che, pur attraverso vari modelli e percorsi psico-evolutivi e formativi, resti costantemente fedele al costitutivo relazionale umano; un’idea di educabilità/umanità che consenta, nella responsabilità intergenerazionale, il dispiegarsi dei tempi fisio-psico-emotivi dello sviluppo e, in ognuno dei molteplici contesti esistenziali, si costituisca, costantemente, come relazionalità reciprocamente responsabile. Se quest’ultima resta, in gran parte, come tensione etico-giuridica, come orizzonte di senso e normativo, sempre in procedurale trascendentalità, la responsabilità intergenerazionale si configura come irrinunciabile pre-condizione di ogni possibile sviluppo umano educativamente orientato/orientabile, in una tendenziale coincidenza etico-normativa tra umanità ed educabilità, relazionalità costitutiva e responsabilità interpersonale. In Appendice, infine, sono raccolte alcune Schede di studio o approfondimento, al cui rinvio si fa riferimento nel testo. Si tratta di Schede relative all’analisi della relazionalità intragruppale nella sociometria moreniana e di schede bibliografiche su alcuni studi classici sullo sviluppo umano nella prima infanzia (Piaget, Bruner, Spitz), delle quali destinatari privilegiati sono gli studenti dei vari corsi di laurea.

Psicopedagogia dello sviluppo umano: una prospettiva relazionale

CLARIZIA, Laura
2005-01-01

Abstract

Il testo si struttura in due parti. La prima (Introduzione ad una psicopedagogia della relazionalità) ripresenta, pur con integrazioni e modifiche, ricapitolazioni, aggiornamenti o inevitabili tagli, la problematica già presente nel testo del 1996, di cui conserva, per così dire, il carattere di bozza o canovaccio, in cui va emergendo la complessa rete epistemica/sistemica della relazionalità intergenerazionale e interpersonale: dalla genesi e sviluppo della psicologia dell’educazione alla rete concettuale della psicopedagogia della relazionalità; alla psicopedagogia relazionale nella progettazione sociale, nel contesto familiare, nei contesti formativi organizzativi. Da tale angolo privilegiato di studio l’identità personale sembra emergere dalle relazionalità e reciprocità comunicative che ne fondano (consentendola e/o limitandola) l’affermazione personale: dalla quasi totale dipendenza infantile della relazione filiale alla graduale e relativa indipendenza delle relazionalità adulte orizzontali. La seconda parte (Per una psicopedagogia relazionale dello sviluppo umano) tenta un’analisi della ricerca psico-educativa, segnata, insieme, da complessità epistemologica e tensione ermeneutica, e propone un’ipotesi educativa che dall’intersoggettività costitutiva tenda alla relazionalità responsabile. La stessa complessità segna l’analisi teoretica e la ricerca sperimentale intorno al gioco, esigendo, ancora una volta, un approccio ermeneutico che qui è condotto attraverso le tracce del modello relazionale dello sviluppo umano. In questa parte si propone (e problematizza), dunque, una sorta di ermeneutica della relazionalità responsabile, evidenziando un tentativo di scrittura, nei contesti privati come in quelli pubblici, di un testo definibile oltre l’abuso, oltre ogni forma di abuso relazionale. Così, in un’impossibile quanta irrinunciabile ricerca di integrazione tra aspetti sistemici ed epistemici, prassici e teorici, strutturali e progettuali, operativi ed utopici, si propone un’idea di educabilità/umanità che, pur attraverso vari modelli e percorsi psico-evolutivi e formativi, resti costantemente fedele al costitutivo relazionale umano; un’idea di educabilità/umanità che consenta, nella responsabilità intergenerazionale, il dispiegarsi dei tempi fisio-psico-emotivi dello sviluppo e, in ognuno dei molteplici contesti esistenziali, si costituisca, costantemente, come relazionalità reciprocamente responsabile. Se quest’ultima resta, in gran parte, come tensione etico-giuridica, come orizzonte di senso e normativo, sempre in procedurale trascendentalità, la responsabilità intergenerazionale si configura come irrinunciabile pre-condizione di ogni possibile sviluppo umano educativamente orientato/orientabile, in una tendenziale coincidenza etico-normativa tra umanità ed educabilità, relazionalità costitutiva e responsabilità interpersonale. In Appendice, infine, sono raccolte alcune Schede di studio o approfondimento, al cui rinvio si fa riferimento nel testo. Si tratta di Schede relative all’analisi della relazionalità intragruppale nella sociometria moreniana e di schede bibliografiche su alcuni studi classici sullo sviluppo umano nella prima infanzia (Piaget, Bruner, Spitz), delle quali destinatari privilegiati sono gli studenti dei vari corsi di laurea.
2005
9788887907896
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