L’ampliamento dei mercati a livello internazionale e il ricorso ai mercati finanziari per l’approvvigionamento del capitale implicano la produzione di una informazione contabile affidabile e attendibile da erogare agli stakeholder aziendali. Questa tendenza ha indotto lo IASB ad avviare un processo di armonizzazione e di standardizzazione dei sistemi contabili dei vari Paesi mediante l’impiego dei principi contabili di generale accettazione, allo scopo di uniformare le logiche di valutazione tendente alla normalizzazione dell’informazione contabile. In Europa, tale obiettivo è perseguito con il Regolamento n. 1606/2002 del Parlamento e del Consiglio che individua nei principi contabili emessi dallo IASB quelli caratterizzati dalla generale accettazione. Con tale Regolamento, gli Stati membri adottano i principi contabili emessi dallo IASB per il bilancio consolidato delle imprese quotate. Lo scenario contabile europeo, quindi, si caratterizza per la coesistenza di due modelli di bilancio (e di regole contabili): il modello basato sui principi contabili internazionali (IAS/IFRS) e il modello normativo o regolamentato, basato sulle Direttive europee (IV e VII). Per tale motivo, accanto a imprese che utilizzano i principi contabili internazionali, vi sono altre imprese che utilizzano i principi contabili nazionali. I due modelli di bilancio si fondano su postulati e principi divergenti, in quanto differenti sono i destinatari delle informazioni contabili nei vari tipi di impresa e, quindi, diversa è la finalità assegnata al bilancio. Per riallineare i due modelli di bilancio, lo IASB ha presentato una ED il cui obiettivo è la definizione di un corpus di principi contabili internazionali derivati dai principi IAS/IFRS full, denominati “IFRS for SMES”, destinato alle piccole e medie imprese (Small and Medium Sized Entities o SMEs). L’estensione dei principi contabili internazionali alle piccole e medie imprese (anche se nelle note lo IASB fa intendere che per SMEs si intendono tutte le imprese non quotate, quale che sia la loro dimensione), però, potrebbe causare talune difficoltà, soprattutto per la limitata utilità di tali informazioni per gli users di tali imprese. Infatti, soprattutto in Italia, l’impresa è piccola o micro, la proprietà è prevalentemente di tipo familiare e i suoi principali stakeholders sono le banche e il Fisco. L’obiettivo del lavoro, pertanto, è quello di valutare se i benefici derivanti dall’adozione degli “IFRS for SMEs” da parte delle PMI italiane superano i costi connessi all’adozione di principi contabili la cui impostazione è derivata da contesti anglosassoni laddove la funzione del bilancio è differente rispetto a quella che questa riveste nell’Europa continentale.

IL PROGETTO IASB PER LE PICCOLE E MEDIE IMPRESE: PRIME CONSIDERAZIONI

MATONTI, GAETANO
2005-01-01

Abstract

L’ampliamento dei mercati a livello internazionale e il ricorso ai mercati finanziari per l’approvvigionamento del capitale implicano la produzione di una informazione contabile affidabile e attendibile da erogare agli stakeholder aziendali. Questa tendenza ha indotto lo IASB ad avviare un processo di armonizzazione e di standardizzazione dei sistemi contabili dei vari Paesi mediante l’impiego dei principi contabili di generale accettazione, allo scopo di uniformare le logiche di valutazione tendente alla normalizzazione dell’informazione contabile. In Europa, tale obiettivo è perseguito con il Regolamento n. 1606/2002 del Parlamento e del Consiglio che individua nei principi contabili emessi dallo IASB quelli caratterizzati dalla generale accettazione. Con tale Regolamento, gli Stati membri adottano i principi contabili emessi dallo IASB per il bilancio consolidato delle imprese quotate. Lo scenario contabile europeo, quindi, si caratterizza per la coesistenza di due modelli di bilancio (e di regole contabili): il modello basato sui principi contabili internazionali (IAS/IFRS) e il modello normativo o regolamentato, basato sulle Direttive europee (IV e VII). Per tale motivo, accanto a imprese che utilizzano i principi contabili internazionali, vi sono altre imprese che utilizzano i principi contabili nazionali. I due modelli di bilancio si fondano su postulati e principi divergenti, in quanto differenti sono i destinatari delle informazioni contabili nei vari tipi di impresa e, quindi, diversa è la finalità assegnata al bilancio. Per riallineare i due modelli di bilancio, lo IASB ha presentato una ED il cui obiettivo è la definizione di un corpus di principi contabili internazionali derivati dai principi IAS/IFRS full, denominati “IFRS for SMES”, destinato alle piccole e medie imprese (Small and Medium Sized Entities o SMEs). L’estensione dei principi contabili internazionali alle piccole e medie imprese (anche se nelle note lo IASB fa intendere che per SMEs si intendono tutte le imprese non quotate, quale che sia la loro dimensione), però, potrebbe causare talune difficoltà, soprattutto per la limitata utilità di tali informazioni per gli users di tali imprese. Infatti, soprattutto in Italia, l’impresa è piccola o micro, la proprietà è prevalentemente di tipo familiare e i suoi principali stakeholders sono le banche e il Fisco. L’obiettivo del lavoro, pertanto, è quello di valutare se i benefici derivanti dall’adozione degli “IFRS for SMEs” da parte delle PMI italiane superano i costi connessi all’adozione di principi contabili la cui impostazione è derivata da contesti anglosassoni laddove la funzione del bilancio è differente rispetto a quella che questa riveste nell’Europa continentale.
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