Le patologie cosiddette del benessere hanno acquisito negli ultimi decenni sempre più un ruolo predominante nell’interesse collettivo. Si tratta, infatti, di malattie che hanno avuto un notevole aumento dell’incidenza sul totale della popolazione proprio perché collegate a stili di vita inappropriati che danneggiano in modo grave il sistema cardiocircolatorio e gli organi più sensibili ad un adeguata circolazione sanguigna. Gli accidenti vascolari, siano essi di tipo emorragico che ischemico, interessanti l’encefalo sono quelli che per modalità d’esordio e conseguenze disabilitanti sono fra quelli a gravità maggiore. Una delle manifestazioni cliniche più frequente di tali danni vascolari è l’emiplegia che, essendo altamente invalidante, ha come conseguenza un impatto sociale di notevoli proporzioni laddove interessi persone attive dal punto di vista lavorativo. In uno studio da noi condotto sul reinserimento lavorativo di soggetti affetti da emiplegia è risultato, che nonostante lo sviluppo di tecniche sempre più avanzate di riabilitazione motoria, solo un terzo dei soggetti sottoposti a controllo è stato in grado di riprendere l’attività lavorativa in maniera completa e soddisfacente avendo del resto subito danni di gravità più contenuta. Si è dedotto quindi che l’approccio per questo tipo di patologie debba essere di tipo squisitamente per non dire esclusivamente preventivo con un intervento puntuale sugli stili di vita mettendo al bando tutte le noxe patogene: fumo di sigarette, alimentazione scorretta, mancanza di attività visica, etc.

Reinserimento lavorativo di soggetti con emiplegia

CAPUNZO, Mario;DE CARO, Francesco;
2004-01-01

Abstract

Le patologie cosiddette del benessere hanno acquisito negli ultimi decenni sempre più un ruolo predominante nell’interesse collettivo. Si tratta, infatti, di malattie che hanno avuto un notevole aumento dell’incidenza sul totale della popolazione proprio perché collegate a stili di vita inappropriati che danneggiano in modo grave il sistema cardiocircolatorio e gli organi più sensibili ad un adeguata circolazione sanguigna. Gli accidenti vascolari, siano essi di tipo emorragico che ischemico, interessanti l’encefalo sono quelli che per modalità d’esordio e conseguenze disabilitanti sono fra quelli a gravità maggiore. Una delle manifestazioni cliniche più frequente di tali danni vascolari è l’emiplegia che, essendo altamente invalidante, ha come conseguenza un impatto sociale di notevoli proporzioni laddove interessi persone attive dal punto di vista lavorativo. In uno studio da noi condotto sul reinserimento lavorativo di soggetti affetti da emiplegia è risultato, che nonostante lo sviluppo di tecniche sempre più avanzate di riabilitazione motoria, solo un terzo dei soggetti sottoposti a controllo è stato in grado di riprendere l’attività lavorativa in maniera completa e soddisfacente avendo del resto subito danni di gravità più contenuta. Si è dedotto quindi che l’approccio per questo tipo di patologie debba essere di tipo squisitamente per non dire esclusivamente preventivo con un intervento puntuale sugli stili di vita mettendo al bando tutte le noxe patogene: fumo di sigarette, alimentazione scorretta, mancanza di attività visica, etc.
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