Il rating costituisce da sempre un fattore essenziale per il corretto management (inteso quale processo integrato di analisi, pianificazione, programmazione, implementazione e controllo) delle decisioni per il finanziamento all’impresa e la gestione finanziaria aziendale. Molto spesso, in verità, il rating è stato (e forse ancora è, seppure in parte) identificato dalla comunità scientifica e professionale “semplicemente” come elemento sì obbligatorio per l’elaborazione di sofisticate decisioni finanziarie, ma non decisivo per il compimento della decisione finanziaria in sé. Si è sempre ritenuto, in altre parole, che i rating sviluppati dalle più importanti agenzie, Moody’s e Standard and Poor’s su tutte, costituissero dei punti di riferimento inevitabili per le operazioni di finanza aziendale e d’intermediazione finanziaria, ma, in ogni caso, non definitivi per l’effettiva valutazione della decisione aziendale. Innumerevoli elementi della gestione aziendale, infatti, sfuggono alla composizione delle valutazioni dell’affidabilità dell’investimento finanziario: si pensi, a solo titolo di esempio, al controverso tema della valutazione del generico capitale intellettuale, che si propone come fattore del patrimonio aziendale ancora più sfuggente rispetto alle stesse attività immateriali, pure d’incerta valutazione. In tale ottica, dunque, nasce l’esigenza non solo teorica, ma anche pratica, certamente rinvenibile presso la comunità finanziaria, di pervenire alla progettazione e allo sviluppo di un sistema di modelli, strutturalmente articolato in metodologie, tecniche e strumenti, capaci di recepire fisiologicamente le informazioni di natura economico-finanziaria e gestionale, relative alla singola azienda d’indagine, da elaborare in fasi successive, seguendo percorsi esperti di tipo quantitativo e qualitativo, al fine di generare rating d’impresa, concepiti per esprimere sistemicamente il valore effettivo dell’investimento aziendale, in termini sia di validità sia di affidabilità.

Percorsi qualitativi e quantitativi per la misurazione e la valutazione del rating d’impresa

GALLUCCI, Carmen;FESTA, GIUSEPPE;D'AMATO, Antonio
2003-01-01

Abstract

Il rating costituisce da sempre un fattore essenziale per il corretto management (inteso quale processo integrato di analisi, pianificazione, programmazione, implementazione e controllo) delle decisioni per il finanziamento all’impresa e la gestione finanziaria aziendale. Molto spesso, in verità, il rating è stato (e forse ancora è, seppure in parte) identificato dalla comunità scientifica e professionale “semplicemente” come elemento sì obbligatorio per l’elaborazione di sofisticate decisioni finanziarie, ma non decisivo per il compimento della decisione finanziaria in sé. Si è sempre ritenuto, in altre parole, che i rating sviluppati dalle più importanti agenzie, Moody’s e Standard and Poor’s su tutte, costituissero dei punti di riferimento inevitabili per le operazioni di finanza aziendale e d’intermediazione finanziaria, ma, in ogni caso, non definitivi per l’effettiva valutazione della decisione aziendale. Innumerevoli elementi della gestione aziendale, infatti, sfuggono alla composizione delle valutazioni dell’affidabilità dell’investimento finanziario: si pensi, a solo titolo di esempio, al controverso tema della valutazione del generico capitale intellettuale, che si propone come fattore del patrimonio aziendale ancora più sfuggente rispetto alle stesse attività immateriali, pure d’incerta valutazione. In tale ottica, dunque, nasce l’esigenza non solo teorica, ma anche pratica, certamente rinvenibile presso la comunità finanziaria, di pervenire alla progettazione e allo sviluppo di un sistema di modelli, strutturalmente articolato in metodologie, tecniche e strumenti, capaci di recepire fisiologicamente le informazioni di natura economico-finanziaria e gestionale, relative alla singola azienda d’indagine, da elaborare in fasi successive, seguendo percorsi esperti di tipo quantitativo e qualitativo, al fine di generare rating d’impresa, concepiti per esprimere sistemicamente il valore effettivo dell’investimento aziendale, in termini sia di validità sia di affidabilità.
2003
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