Che cosa significa pensare l’umano nel tempo di un umanesimo post-metafisico? La riflessione sull’uomo “scomparso” si fa erede di Kant e del suo “enigma” o di una doppia direzione della critica: la riflessione sui sistemi di verità e l’apertura del pensiero all’essere che lo espone e lo vincola. Il discorso sull’uomo, oltre l’antropologia filosofica del Nocevento, ritrova una continuità con Kant nell’asse Nietzsche-Foucault, orientato a riattivare un’apertura etico-politica per ciascuno di noi. L’antropologia filosofica non ha il compito di conoscere correttamente il suo oggetto, ma di praticare una riflessività intrasferibile e personale.
Antropologia filosofica
FIMIANI, Mariapaola
2005-01-01
Abstract
Che cosa significa pensare l’umano nel tempo di un umanesimo post-metafisico? La riflessione sull’uomo “scomparso” si fa erede di Kant e del suo “enigma” o di una doppia direzione della critica: la riflessione sui sistemi di verità e l’apertura del pensiero all’essere che lo espone e lo vincola. Il discorso sull’uomo, oltre l’antropologia filosofica del Nocevento, ritrova una continuità con Kant nell’asse Nietzsche-Foucault, orientato a riattivare un’apertura etico-politica per ciascuno di noi. L’antropologia filosofica non ha il compito di conoscere correttamente il suo oggetto, ma di praticare una riflessività intrasferibile e personale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.