L’articolo (pubblicato sulla Rivista di Diritto comunitario e degli scambi internazionali nel 2005) è finalizzato a definire i caratteri della ragionevole durata del processo e del procedimento, transitata nell’ordinamento dell’Unione europea dallo status di principio strutturale di carattere giurisprudenziale a quello di principio normativo se non di vero e proprio “diritto fondamentale”. La rilettura cui sono assoggettati, nel corso dell’indagine, alcuni principi generali del diritto comunitario è tanto endo-ordinamentale (per effetto della compiuta applicazione della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, all’epoca incorporata nel Trattato che adotta una Costituzione per l’Europa) che eso-ordinamentale (in ragione del loro significativo richiamo contenuto, ad esempio, nell’art. 1 della legge n.15 del 2005 “ai principi generali quali ispiratori dell’attività amministrativa”). L’indagine si sofferma, in particolare, sulla diversa natura del diritto alla ragionevole durata del processo nell’ordinamento italiano, nel sistema della Convenzione europea di salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (CEDU) e nell’ordinamento dell’Unione europea: una diversità non priva di “ricadute” giurisprudenziali, come testimonia la disamina della giurisprudenza della Corte di Giustizia, della Corte di Strasburgo e della Cassazione italiana.

Principi giurisprudenziali e principi "costituzionali" euro-nazionali in materia di ragionevole durata del processo e del procedimento.

DI STASI, Angela
2005-01-01

Abstract

L’articolo (pubblicato sulla Rivista di Diritto comunitario e degli scambi internazionali nel 2005) è finalizzato a definire i caratteri della ragionevole durata del processo e del procedimento, transitata nell’ordinamento dell’Unione europea dallo status di principio strutturale di carattere giurisprudenziale a quello di principio normativo se non di vero e proprio “diritto fondamentale”. La rilettura cui sono assoggettati, nel corso dell’indagine, alcuni principi generali del diritto comunitario è tanto endo-ordinamentale (per effetto della compiuta applicazione della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, all’epoca incorporata nel Trattato che adotta una Costituzione per l’Europa) che eso-ordinamentale (in ragione del loro significativo richiamo contenuto, ad esempio, nell’art. 1 della legge n.15 del 2005 “ai principi generali quali ispiratori dell’attività amministrativa”). L’indagine si sofferma, in particolare, sulla diversa natura del diritto alla ragionevole durata del processo nell’ordinamento italiano, nel sistema della Convenzione europea di salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (CEDU) e nell’ordinamento dell’Unione europea: una diversità non priva di “ricadute” giurisprudenziali, come testimonia la disamina della giurisprudenza della Corte di Giustizia, della Corte di Strasburgo e della Cassazione italiana.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/1068290
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