La normativa in materia di ambiente, con annesso sistema sanzionatorio, si presenta come un grovi¬glio quasi inestricabile di leggi, decreti, regolamenti e attri¬buzioni di competenze differenziate, a diversi livelli, e tra i vari settori dell'amministrazione. Censurabile appare, ancora, il sovrabbondante numero di leggi, la farraginosità delle stesse, la complessità delle procedure: si tratta di tutta una serie di inadeguatezze ed incongruenze che non agevola la comprensibilità e, quindi, l’applicabilità delle disposizioni. La disciplina di contrasto agli inquinamenti s’inserisce, organicamente, in quel trend di natura emergenziale, presentando tutti i difetti in termini di incoerenza, approssimazione, simbolicità, che caratterizzano la legislazione italiana più in generale. Nonostante le numerose disposizioni, il settore lamenta una qualsiasi definizione normativa del concetto d'ambiente, che finisce per ripercuotersi sulla corretta comprensione del fenomeno e, dunque, sulle tecniche di tutela. L'individuazione dell'interesse giuridico e, quindi, di un concetto di ambiente di derivazione costituzionale attraverso la valorizzazione delle finalità solidar-personalistiche di cui alla Carta fondamentale, rappresenta il punto di partenza al fine di attivare una risposta in grado di porsi in termini di effettività, nel rispetto delle garanzie di libertà della persona. Da ciò discende - dopo aver dimostrato i limiti della vigente disciplina si settore e l’inadeguatezza de delle disposizioni codicistiche – in una prospettiva di lege ferenda, la necessità di un intervento integrato multiagenziale e multidisciplinare che valorizzi i diversi settori dell’ordinamento. L’unitarietà, in uno alla complessità, del fenomeno non consente un’analisi di settore, precludendo un’atomizzazione degli strumenti di tutela, ma impone un’ottimizzazione del contributo civilistico, dell’apporto del sistema sanzionatorio amministrativo, ed, infine, del diritto penale. La questione della tutela dell’ambiente, proprio per la complessità che la caratterizza, richiede un approccio interdisciplinare, che tenga conto della molteplicità degli interessi spesso collidenti: si pensi al rapporto non poco conflittuale tra industria e inquinamento, tra produttori e consumatori, tra interessi individuali e interessi collettivi, tra sviluppo e aggressioni ecologiche. E, ancora, sul piano del diritto penale si pensi ai problemi in tema di accertamento del nesso causale a fronte di comportamenti seriali, commissivi od omissivi, oppure alla responsabilità in materia di societas. Lo strumento penale, in linea con i corollari di derivazione costituzionale viene attivato recuperando il ruolo dell’offensività, attraverso fattispecie tipiche, collocate, da un punto di vista sistematico, all’interno del codice penale. Tutto ciò si pone in termini di politca-criminale razionale, recuperando esigenze di effettività della risposta statuale.

Diritto penale e tutela dell'ambiente. Tra esigenze di effettività e simbolismo involutivo

LO MONTE, Elio
2004-01-01

Abstract

La normativa in materia di ambiente, con annesso sistema sanzionatorio, si presenta come un grovi¬glio quasi inestricabile di leggi, decreti, regolamenti e attri¬buzioni di competenze differenziate, a diversi livelli, e tra i vari settori dell'amministrazione. Censurabile appare, ancora, il sovrabbondante numero di leggi, la farraginosità delle stesse, la complessità delle procedure: si tratta di tutta una serie di inadeguatezze ed incongruenze che non agevola la comprensibilità e, quindi, l’applicabilità delle disposizioni. La disciplina di contrasto agli inquinamenti s’inserisce, organicamente, in quel trend di natura emergenziale, presentando tutti i difetti in termini di incoerenza, approssimazione, simbolicità, che caratterizzano la legislazione italiana più in generale. Nonostante le numerose disposizioni, il settore lamenta una qualsiasi definizione normativa del concetto d'ambiente, che finisce per ripercuotersi sulla corretta comprensione del fenomeno e, dunque, sulle tecniche di tutela. L'individuazione dell'interesse giuridico e, quindi, di un concetto di ambiente di derivazione costituzionale attraverso la valorizzazione delle finalità solidar-personalistiche di cui alla Carta fondamentale, rappresenta il punto di partenza al fine di attivare una risposta in grado di porsi in termini di effettività, nel rispetto delle garanzie di libertà della persona. Da ciò discende - dopo aver dimostrato i limiti della vigente disciplina si settore e l’inadeguatezza de delle disposizioni codicistiche – in una prospettiva di lege ferenda, la necessità di un intervento integrato multiagenziale e multidisciplinare che valorizzi i diversi settori dell’ordinamento. L’unitarietà, in uno alla complessità, del fenomeno non consente un’analisi di settore, precludendo un’atomizzazione degli strumenti di tutela, ma impone un’ottimizzazione del contributo civilistico, dell’apporto del sistema sanzionatorio amministrativo, ed, infine, del diritto penale. La questione della tutela dell’ambiente, proprio per la complessità che la caratterizza, richiede un approccio interdisciplinare, che tenga conto della molteplicità degli interessi spesso collidenti: si pensi al rapporto non poco conflittuale tra industria e inquinamento, tra produttori e consumatori, tra interessi individuali e interessi collettivi, tra sviluppo e aggressioni ecologiche. E, ancora, sul piano del diritto penale si pensi ai problemi in tema di accertamento del nesso causale a fronte di comportamenti seriali, commissivi od omissivi, oppure alla responsabilità in materia di societas. Lo strumento penale, in linea con i corollari di derivazione costituzionale viene attivato recuperando il ruolo dell’offensività, attraverso fattispecie tipiche, collocate, da un punto di vista sistematico, all’interno del codice penale. Tutto ciò si pone in termini di politca-criminale razionale, recuperando esigenze di effettività della risposta statuale.
2004
9788814111754
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/1068396
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