L’incontro quotidiano con emozioni, sensazioni, comportamenti ci proietta sulle parole che rappresentano “menzogna”, “verità”, “falsità”, “passione” ecc. A queste parole del vocabolario comune corrispondono delle concettualizzazioni che ci appaiono come dei grandi apparati significanti. In questo contributo, si è scelto del discorso filosofico, letterario, psicologico, antropologico e sociologico: la menzogna. Gli oggetti teorici analizzati sembrano riguardare delle nebulose che nulla hanno a che vedere con gli oggetti tipicamente indagati dalla scienza: la Passione, intesa qui come iperonimo di una classe di sentimenti in qualche modo estremi, che viene comunemente contrapposta, anche dal senso comune, alla Ragione e, dall’altro lato, l’inganno e la menzogna che comunemente sono messi in contrapposizione alla Verità. A ben guardare, c’è, però, come ponte tra i due oggetti una categoria che, in un senso particolare, li unisce e li rende potenzialmente membri della stessa classe, per l’appunto la categoria della Verità. Se il mentire, l’ingannare, l’occultare sono apparsi comunemente soltanto come semplici negazioni o manipolazioni interessate della Verità, allo stesso modo, la Ragione soltanto è stata ritenuta portatrice di Verità, mentre le varie passioni di cui l’uomo è in balía, invece, sono in genere sembrate allontanarlo da questa. In tal senso, Passioni e Menzogne sembrerebbero far parte dell’universo negativo della Verità. Ma, come al solito, oltrepassata la soglia dell’ovvio, esse possono rivelarsi in modo del tutto diverso o, addirittura, rovesciato, quasi a suggerire che possano proprio esse ad essere interpretate come costruzioni foriere di verità e conoscenze, se non uniche, certamente altrettanto profonde delle figure ad esse abitualmente contrapposte. In quest’occasione, si tratta di un’operazione descrittiva costruita sulle premesse della “grammatica in operatori e argomenti” di Zelig S. Harris e dall’opzione teorico-metodologica di dell’analisi lessico-grammaticale di M. Gross. Va allora chiarito come s’intenda convertire l’idea di “apparato significante” e di “vocabolario” in termini harrisiani e in termini lessico-grammaticali. Se con “apparato significante” s’intende quell’insieme di strumenti aventi, in una lingua storico-naturale, la medesima funzione di manifestare, esprimere un dominio di significato omogeneo, una grammatica harrisiana contempla, in questo caso, l’individuazione delle classi di operatori elementari e non elementari definite da tale campo e delle classi di equivalenze distribuzionali e parafrastiche ad essi associati, cioè quelle classi di frasi possibili correlate in senso trasformazionale. Se con “apparato significante” s’intende quell’insieme di strumenti aventi, in una lingua storico-naturale, la medesima funzione di manifestare, esprimere un dominio di significato omogeneo, una grammatica harrisiana contempla, in questo caso, l’individuazione delle classi di operatori elementari e non elementari definite da tale campo e delle classi di equivalenze distribuzionali e parafrastiche ad essi associati, cioè quelle classi di frasi possibili correlate in senso trasformazionale. Infine, va ricordato come, in termini di analisi lessico-grammaticale, si tratti di individuare la relazione sistematica tra elementi lessicali e insieme delle forme grammaticali di una lingua attraverso l’analisi dei vincoli, delle restrizioni, operanti su di essa, cioè si tratti di costruire una grammatica lessicalmente esaustiva. Tale è l’obiettivo descrittivo che l’indagine cui questo contributo si riferisce si pone. Individuare cioè la grammatica lessicalmente esaustiva dell’italiano associata alla tradizionale “figura del male” della Menzogna, descrivendo, quindi, le classi di strumenti linguistici che l’italiano comune rende disponibili all’uso dei parlanti.

Per una grammatica lessicalmente esaustiva sull'inganno e la menzogna

D'AGOSTINO, Emilio
2004-01-01

Abstract

L’incontro quotidiano con emozioni, sensazioni, comportamenti ci proietta sulle parole che rappresentano “menzogna”, “verità”, “falsità”, “passione” ecc. A queste parole del vocabolario comune corrispondono delle concettualizzazioni che ci appaiono come dei grandi apparati significanti. In questo contributo, si è scelto del discorso filosofico, letterario, psicologico, antropologico e sociologico: la menzogna. Gli oggetti teorici analizzati sembrano riguardare delle nebulose che nulla hanno a che vedere con gli oggetti tipicamente indagati dalla scienza: la Passione, intesa qui come iperonimo di una classe di sentimenti in qualche modo estremi, che viene comunemente contrapposta, anche dal senso comune, alla Ragione e, dall’altro lato, l’inganno e la menzogna che comunemente sono messi in contrapposizione alla Verità. A ben guardare, c’è, però, come ponte tra i due oggetti una categoria che, in un senso particolare, li unisce e li rende potenzialmente membri della stessa classe, per l’appunto la categoria della Verità. Se il mentire, l’ingannare, l’occultare sono apparsi comunemente soltanto come semplici negazioni o manipolazioni interessate della Verità, allo stesso modo, la Ragione soltanto è stata ritenuta portatrice di Verità, mentre le varie passioni di cui l’uomo è in balía, invece, sono in genere sembrate allontanarlo da questa. In tal senso, Passioni e Menzogne sembrerebbero far parte dell’universo negativo della Verità. Ma, come al solito, oltrepassata la soglia dell’ovvio, esse possono rivelarsi in modo del tutto diverso o, addirittura, rovesciato, quasi a suggerire che possano proprio esse ad essere interpretate come costruzioni foriere di verità e conoscenze, se non uniche, certamente altrettanto profonde delle figure ad esse abitualmente contrapposte. In quest’occasione, si tratta di un’operazione descrittiva costruita sulle premesse della “grammatica in operatori e argomenti” di Zelig S. Harris e dall’opzione teorico-metodologica di dell’analisi lessico-grammaticale di M. Gross. Va allora chiarito come s’intenda convertire l’idea di “apparato significante” e di “vocabolario” in termini harrisiani e in termini lessico-grammaticali. Se con “apparato significante” s’intende quell’insieme di strumenti aventi, in una lingua storico-naturale, la medesima funzione di manifestare, esprimere un dominio di significato omogeneo, una grammatica harrisiana contempla, in questo caso, l’individuazione delle classi di operatori elementari e non elementari definite da tale campo e delle classi di equivalenze distribuzionali e parafrastiche ad essi associati, cioè quelle classi di frasi possibili correlate in senso trasformazionale. Se con “apparato significante” s’intende quell’insieme di strumenti aventi, in una lingua storico-naturale, la medesima funzione di manifestare, esprimere un dominio di significato omogeneo, una grammatica harrisiana contempla, in questo caso, l’individuazione delle classi di operatori elementari e non elementari definite da tale campo e delle classi di equivalenze distribuzionali e parafrastiche ad essi associati, cioè quelle classi di frasi possibili correlate in senso trasformazionale. Infine, va ricordato come, in termini di analisi lessico-grammaticale, si tratti di individuare la relazione sistematica tra elementi lessicali e insieme delle forme grammaticali di una lingua attraverso l’analisi dei vincoli, delle restrizioni, operanti su di essa, cioè si tratti di costruire una grammatica lessicalmente esaustiva. Tale è l’obiettivo descrittivo che l’indagine cui questo contributo si riferisce si pone. Individuare cioè la grammatica lessicalmente esaustiva dell’italiano associata alla tradizionale “figura del male” della Menzogna, descrivendo, quindi, le classi di strumenti linguistici che l’italiano comune rende disponibili all’uso dei parlanti.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11386/1068520
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