Il Blandin de Cornoalha è un breve romanzo occitano di ispirazione arturiana del XIV secolo di autore anonimo . L’originalità di questo componimento, più volte denigrato dalla critica, risiede nel suo particolare modo di composizione che tradisce un’elaborazione giullaresca e quindi orale, contrastando così l’opinione generale che vede il romanzo come un’opera creata essenzialmente per iscritto per poi essere letta davanti ad un uditorio raffinato come quello di corte. Pur rifacendosi al genere cavalleresco, l’autore ha estrapolato dal vasto patrimonio delle leggende celtiche solo i motivi, i personaggi e le situazioni più facilmente recepibili da un pubblico di piazza poco abituato alle finezze letterarie. La sua abilità risiede infatti nell’essere riuscito, con maestria tipicamente giullaresca, a semplificare le intricate strutture compositive del “romanzo alto”, depurandole dai motivi più complessi, per creare un’opera allo stesso tempo tradizionale e nuova e soprattutto perfettamente fruibile da parte di una platea non elitaria. Alla ricerca dell’avventura da parte di due “intraprendenti” cavalieri, un motivo topico dei romanzi dell’epoca, si intrecciano situazioni, figure e personaggi puramente fantastici che inducono il lettore a chiedersi se questo breve componimento non appartenga in realtà al mondo della favola piuttosto che a quello del romanzo. Il tono ironico che pervade il testo, tipico della letteratura del midi, conferisce al Blandin anche la parvenza di sottile gioco letterario. Infine la tecnica di composizione, l’utilizzo preponderante di formule, fanno supporre un’elaborazione orale del romanzo, tradendo la volontà dell’autore di creare un’opera dal tono più popolare. Il Blandin, complessivamente, può dirsi un’opera poliedrica ed è forse in questa sua natura così ambigua che risiede l’importanza di questo breve romanzo occitano. La presente edizione, a differenza di quelle precedenti, è stata messa a punto tenendo conto di tutti gli aspetti componenziali del testo, intervenendo solo in quei luoghi palesemente errati e ricostruibili correttamente seguendo l’usus scribendi dell’anonimo autore, considerando le molteplici anomalie stilistiche presenti nel componimento come tipiche di un’elaborazione orale del romanzo che, secondo il nostro parere, è stato messo per iscritto solo per esigenze tecniche quali la sua conservazione e che solo per una serie di favorevoli circostanze è giunto sino a noi.

Blandin di Cornovaglia

GALANO, Sabrina
2004-01-01

Abstract

Il Blandin de Cornoalha è un breve romanzo occitano di ispirazione arturiana del XIV secolo di autore anonimo . L’originalità di questo componimento, più volte denigrato dalla critica, risiede nel suo particolare modo di composizione che tradisce un’elaborazione giullaresca e quindi orale, contrastando così l’opinione generale che vede il romanzo come un’opera creata essenzialmente per iscritto per poi essere letta davanti ad un uditorio raffinato come quello di corte. Pur rifacendosi al genere cavalleresco, l’autore ha estrapolato dal vasto patrimonio delle leggende celtiche solo i motivi, i personaggi e le situazioni più facilmente recepibili da un pubblico di piazza poco abituato alle finezze letterarie. La sua abilità risiede infatti nell’essere riuscito, con maestria tipicamente giullaresca, a semplificare le intricate strutture compositive del “romanzo alto”, depurandole dai motivi più complessi, per creare un’opera allo stesso tempo tradizionale e nuova e soprattutto perfettamente fruibile da parte di una platea non elitaria. Alla ricerca dell’avventura da parte di due “intraprendenti” cavalieri, un motivo topico dei romanzi dell’epoca, si intrecciano situazioni, figure e personaggi puramente fantastici che inducono il lettore a chiedersi se questo breve componimento non appartenga in realtà al mondo della favola piuttosto che a quello del romanzo. Il tono ironico che pervade il testo, tipico della letteratura del midi, conferisce al Blandin anche la parvenza di sottile gioco letterario. Infine la tecnica di composizione, l’utilizzo preponderante di formule, fanno supporre un’elaborazione orale del romanzo, tradendo la volontà dell’autore di creare un’opera dal tono più popolare. Il Blandin, complessivamente, può dirsi un’opera poliedrica ed è forse in questa sua natura così ambigua che risiede l’importanza di questo breve romanzo occitano. La presente edizione, a differenza di quelle precedenti, è stata messa a punto tenendo conto di tutti gli aspetti componenziali del testo, intervenendo solo in quei luoghi palesemente errati e ricostruibili correttamente seguendo l’usus scribendi dell’anonimo autore, considerando le molteplici anomalie stilistiche presenti nel componimento come tipiche di un’elaborazione orale del romanzo che, secondo il nostro parere, è stato messo per iscritto solo per esigenze tecniche quali la sua conservazione e che solo per una serie di favorevoli circostanze è giunto sino a noi.
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